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VIGGIANO –  La visita al  Centro Olio Val d’Agri, sintetizzato nella sigla Cova, si è svolta subito dopo la conferenza stampa, all’interno di un bus, con poche soste per riprese e interviste da parte dei giornalisti. In un groviglio di tubazioni e apparecchiature, avviene il cosiddetto processo di desolforizzazione.

Il fluido di giacimento proveniente dai pozzi viene fatto passare attraverso sistemi ed apparecchiature (linee di trattamento) che hanno la principale funzione di accelerare il naturale processo di separazione nelle sue fasi (acqua di strato, olio e gas). 

«La prima linea di trattamento – spiega durante la visita, il responsabile del Distretto Eni, Gheller –  è entrata in esercizio nell’aprile del 1996, denominata Centro Olio Monte Alpi».

«La produzione giornaliera – riferisce sempre Gheller –  è di circa 85.000 barili di petrolio e 3,5 milioni  di metri cubi di gas. Otto Comuni sono interessati dalla presenza di pozzi e  dalle condotte. Più di «2800 – snocciola il dirigente Eni –  posti di lavoro, dei quali oltre 2.500 distribuiti in 118 aziende». 

La produzione dovrebbe raggiungere i 108.000 barili, se si realizzano gli 8 pozzi: Sant’Elia 1 e Cerro Falcone 7 (Marsicovetere), Caldarosa 2 e Caldarosa 3 (Calvello); Monte Enoc 6 e Monte Enoc 7 (Viggiano), Pergola 1 (Marsico Nuovo) e Serra del Monte. Nel 2013 sono state versate circa 160 milioni di royalties alla Regione Basilicata.

In opera la “Quinta Linea”, un cantiere a cielo aperto. «In momenti di picco – continua Gheller –  lavoreranno fino a 300 persone, più quelle esterne per i servizi. In questa fase iniziale c’è ne sono una cinquantina. Per ora sono soprattutto lavori di sollevamento delle gru e posizionamenti di grande apparecchiature».

Sul tema di compatibilità ambientale è stato ribadito che venga affrontato in maniera terza, completa e trasparente, attraverso istituzioni specialiste di questa materia, portando anche punti di vista diversi i più possibili con l’obiettivo di dare un’informazione corretta e anche rassicurare.

 Mentre alla domanda di un’eventuale processo di costruzione di macro regione e su a chi andrebbero  le royalties, Manna ha risposto , ad «Eni naturalmente non competono valutazione politiche  – istituzionali, certamente non credo che la Basilicata possa essere smembrata ma eventualmente i profili di accorpamento delle regioni in tre o quattro grandi macro dimensioni regionali potrebbero prevedere una valorizzazione della Basilicata all’interno del contesto del mezzogiorno. Noi come eni operiamo immaginando che la ricchezza rappresentata dal giacimento sia una ricchezza della comunità lucana e con la comunità lucana intendiamo continuare ad affrontarci».

a. pe.

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