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AVELLINO- Da un piccolo comune dell’hinterland avellinese a Napoli per eludere la normativa sulla certificazione verde obbligatoria e avere una vaccinazione «virtuale», visto che si tratta di due dipendenti del Ministero della Pubblica Istruzione ed erano obbligati a sottoporsi al siero.

Ci sono anche tre irpini tra i quaranta indagati nell’inchiesta della Procura di Napoli e dei Nas sul sistema illegale messo in piedi nell’hub della Fagianeria di Capodimonte da un infermiere vaccinatore di 41 anni, Giuliano Di Girolamo, e dal 55enne operatore socio sanitario Rosario Cirillo scoperto grazie alla denuncia dell’Asl Napoli 1 dal’ inchiesta dei carabinieri del Nas coordinata dal pm Henry John Woodcock, che hanno chiesto ed ottenuto nei confronti dei due una misura cautelare firmata dal Gup del Tribunale di Napoli Enrico Campoli .

Bastava pagare 150 euro e il vaccino contro il Covid 19, invece di essere iniettato nel braccio, finiva nel batuffolo di ovatta appoggiato sulla spalla. Con questo sistema, decine di No Vax, compresi insegnanti, sanitari e dipendenti del ministero dell’Interno obbligati dalla legge a sottoporsi all’immunizzazione, hanno ottenuto il Green Pass senza vaccinarsi. E da quanto ricostruito dai Carabinieri del Nas, anche con un servizio di osservazione e grazie alle riprese all’interno del box vaccinale dove operava all’insaputa del medico vaccinatore l’infermiere arrestato.

I fatti che riguardano i tre irpini sono avvenuti il 17 dicembre e sono stati monitorati dai Carabinieri del Nas nelle varie fasi. A partire dal momento in cui ci sarebbe stata all’interno di un distributore la consegna dei soldi da parte di un familiare dei due all’infermiere. Ma anche il video della falsa inoculazione avvenuta nel box 6, dove erano state piazzate le telecamere.

Scrive il Gup che il loro comportamento : «rende evidente la cifra delinquenziale dei soggetti coinvolti che, a mezzo della guardia giurata ivi presente, accedono al box in cui è in servizio il Di Girolamo ed usufruiscono della nota pratica delinquenziale di falsa inoculazione per loro sfortuna immortalata dalle telecamere ivi installate». Anche per loro le accuse hanno portato ad una perquisizione disposta dal pm che conduce le indagini. Molto dure le valutazioni da parte del Gip, che ha anche motivato il rischio di reiterazione del reato evidenziando come «la intensa messaggistica intercorsa tra il Di Girolamo ed il Cirillo riguardo a quanto avrebbe dovuto trovare svolgimento dal mese di gennaio 2022, avendo cura di programmare e selezionare con maggiore accortezza le persone interessate e le modalità di accesso delle stesse presso il centro vaccinale così continuando a lucrare, nonostante la recrudescenza dell’epidemia, sulle false inoculazioni e sulla spregevole volontà dell’utenza interessata di eludere, artificiosamente, il dovere giuridico ed, in alcuni casi, quello civico della vaccinazione ». Gli irpini sono indagati a piede libero, in attesa che la Procura decida sull’eventuale rinvio a giudizio.

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