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 «Andremo avanti senza farci intimidire o ricattare, avanti come un treno». Il governatore campano Vincenzo De Luca torna a parlare del delicato momento politico legato all’inchiesta della procura di Napoli e denuncia nuovamente la «permanente campagna di aggressione mediatica, incarognita» nei suoi confronti. Annuncia che ci sarà in futuro “il momento di dire cose interessanti», ma anticipa – parlando all’emittente Lira Tv – che «i calci o le pugnalate nella schiena» sono frutto «della reazione di chi non vuole cambiare niente, di coloro che sguazzano e mangiano bene nella palude burocratica».

In Campania, assicura De Luca, «lavoriamo per realizzare una svolta storica. Siamo nel pieno di una battaglia che o si vince adesso, o mai più. Vogliamo passare da una Regione chiacchierificio a una Regione tra le più efficienti d’Italia».

In Campania, rivendica il presidente della Giunta, «si sta realizzando un’esperienza modello di rigore, trasparenza, sobrietà e spirito di servizio, ma anche, se mi si consente, di competenza amministrativa». Quanto alla «aggressione mediatica», ormai «ho raggiunto il nirvana, la pace dello spirito. Tutta pubblicità, sono trasmissioni che a me personalmente portano bene», dice dopo aver attaccato Marco Travaglio, definendolo «giornalista pistolino», per il suo intervento (“quante stupidaggini”) a DiMartedì su La7. «Più esagerano nella campagna di aggressione mediatica contro di me, più cresce il consenso nei miei confronti. Tra qualche mese faremo alcune domande puntuali, per ora facciamoli divertire. Cito il vecchio detto: i cani abbaiano, la carovana passa».

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