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REGGIO CALABRIA – Decine di migliaia di persone hanno partecipato, a Reggio Calabria, alla processione della Sacra effigie della Madonna della Consolazione, patrona della città. Un rito che si ripete da oltre quattro secoli e nel corso del quale il quadro è stato consegnato, da parte dei frati cappuccini dell’Eremo, alle autorità cittadine, il prefetto Gaetano Chiusolo, coordinatore della Commissione straordinaria che gestisce il Comune dopo lo scioglimento, e l’arcivescovo di Reggio Calabria-Bova, mons. Giuseppe Fiorini Morosini.

E’ il cosiddetto «rito della consegna» del quadro della Madonna alla città, portata in processione fino al Duomo e ci resterà fino all’ultima domenica di novembre. Mons. Morosini, nel suo messaggio ai fedeli, ha parlato delle grandi difficoltà economiche, delle tensioni familiari, della mancanza di lavoro, dell’emarginazione di tanti giovani, della paralisi politica in città, le malattie e i disagi di ogni genere che affliggono Reggio. «Penso – ha detto – a quante  suppliche devote saranno indirizzate alla Madonna che in questi mesi sosterà in Duomo».

Nel ricordare «i mali della nostra terra», mons. Morosini ha detto che «la Madonna ci chiede fedeltà ai comandamenti, ci chiede di prendere distanza da ogni forma di male ed il primo passo per fare questo è la denuncia. Impariamo a denunciare il male per creare le condizioni di libertà per tutti noi. Mali che sono una prova che non tutto è degno di Maria nei nostri comportamenti. C’è bisogno di fede vera e autentica, di coerenza. Non possiamo ritenerci soddisfatti perché gridiamo “viva Maria” e poi nella vita andiamo contro ogni regola morale».

«Voglia Dio – ha concluso il presule – che quest’anno Maria possa toccarci il cuore e farci intraprendere un vero cammino di conversione».

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