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POTENZA – La crisi di Potenza non va in vacanza, nemmeno nel ponte dell’Immacolata. Del resto, l’auspicio di un quadro politico stabile che consenta di risolvere i problemi della città capoluogo è diventato ormai quasi un atto di fede. E chissà che il sindaco Dario De Luca e il segretario Pd, Enzo Sarli non si siano fatti ispirare dal clima conciliante delle feste per cercare di cercare di sciogliere la matassa, nell’incontro che si è tenuto ieri sera.

A confronto per circa un’ora, con esiti – dice la nota arrivata da Palazzo di Città – tutto sommati positivi. Lo stringato resoconto ufficiale riferisce di una discussione incentrata sulle sole proposte programmatiche. Era stato proprio il primo cittadino, qualche giorno fa, in un’intervista radiofonica, a dire: prima si ragiona sui contenuti, poi sui nomi. Arrivare addirittura a escludere un accordo a tutti costi: “non è detto che lo troveremo”, aveva dichiarato ai microfoni di Radionorba.

E invece un significativo passo in avanti sarebbe stato fatto proprio ieri. Il faccia a faccia si sarebbe spinto ben oltre. Con tanto risultati proficui, da far ben sperare in una nuova Giunta pre-natalizia.

Sindaco e segretario si sarebbero lasciati con il reciproco impegno a risolvere il tutto prima della pausa festiva. Non prima di aver fatto quadrare i conti anche all’interno delle reciproche forze politiche di riferimento. In casa Pd, Sarli deve dar conto sia a quel pezzo di partito che non vuole l’accordo con De Luca (non solo i consiglieri di Santarsiero, ma anche l’aera Lacorazza contraria ad accordi “con chi canta faccetta nera”).

 Ma, soprattutto, alle beghe interne tra renziani e speranziani sulla spartizione degli assessorati. La proposta che ha portato Sarli al primo cittadino è quella di una Giunta composta da nove assessori, con cinque di area centro sinistra.

I renziani, che nel frattempo hanno infoltito le fila con i numerosi passaggi ufficializzati nei giorni scorsi, e che quindi hanno acquisito peso, dovrebbero avere tre assessori (in testa, Cutro, Sagarese, Falotico). Che però non bastano per tenere dentro anche la consigliera di Vito De Filippo, Carmen Celi. Il problema potrebbe essere risolto solo compensando con la presidenza del Consiglio. Ma gli speranziani insistono per una riconferma di Petrone. Il che, per l’aera dell’ex capogruppo alla Camera significherebbe dover rinunciare a Sergio Potenza. Insomma, ancora una volta è il difficile assemblamento del tessere del Pd a far slittare i tempi.

Beghe interne a parte, sull’ipotesi avanzata da Sarli, De Luca si è riservato di dare una risposta nei giorni a venire. O meglio. Pare che la proposta non dispiacerebbe al primo cittadino che però deve fare i conti con le forze politiche che le sostengono. In primis, Fratelli d’Italia che ha sempre escluso categoricamente la possibilità di una Giunta con il Pd. Ma non c’è solo il partito di Gianni Rosa. Proprio ieri, solo qualche ora prima, il coordinatore della lista civica che ha sostenuto De Luca alle amministrative, aveva ribadito la propria contrarietà, facendo intendere che alche il sindaco fosse orientato in questa direzione. «Chi crede ancora – aveva tuonato Vincenzo Belmonte –  di poter proporre, nel 2015, patti allargati, alleanze trasversali, convergenze parallele commette un grave errore. Come è possibile, per il centrosinistra potentino, credere che un sindaco, sostenuto da forze politiche che hanno fatto del cambiamento il loro manifesto ideale, possa poi, al solo fine di conservare il posto, allearsi con i rappresentanti di quel sistema (“marcio e corrotto”, abbiamo sempre sostenuto…) che voleva cambiare?». Forse, più che una posizione espressa per focalizzare una situazione, una sorta di “avvertimento” al primo cittadino: «Chi riconoscerebbe mai, nel sindaco che mercanteggia posti con coloro che hanno dissestato la città, quello stesso candidato della vittoria storica di un anno e mezzo fa, che aveva promesso di far letteralmente “saltare” la proverbiale “mattonella”?». Messaggio che però, almeno stando alle indiscrezioni che lo vedono quasi a una passo dall’accordo con il Partito democratico, il primo cittadino avrebbe fatto cadere nel vuoto. Il quadro più complicato da comporre è quello con Fratelli d’Italia. Dopo una riconciliazione durata qualche mese, è già ora di un nuovo addio? La risposta è attesa sotto l’albero.

m.labanca@luedi.it

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