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REGGIO CALABRIA – Il dialetto calabrese è complesso e articolato, difficile anche da comprendere. Per questo, nel corso di un processo contro le cosche della ‘ndrangheta attive in Liguria, il gip Silvia Carpanini aveva nominato un perito di Reggio Calabria per tradurre le intercettazioni telefoniche e ambientali dell’inchiesta. Dopo le prime verifiche è emerso che i passi di alcune frasi intercettate dai carabinieri nell’ambito dell’inchiesta denominata ‘Maglio 3’ che vede imputate 10 persone ritenute ai vertici della ‘ndrangheta in Liguria, secondo il perito che le ha tradotte dal calabrese all’italiano, presenterebbero alcune differenze rispetto a quelle trascritte dai militari del Ros.   

l perito di Reggio Calabria era stato incaricato dal gip Carpanini di effettuare la traduzione di una serie di conversazioni in calabrese derivanti, in particolare, da intercettazioni ambientali. Oggi davanti al gip il perito avrebbe dato una chiave di lettura diversa per alcune frasi intercettate. Il processo è stato quindi rinviato all’11 e 15 ottobre.   Gli imputati sono Fortunato e Francesco Barilaro, Michele Ciricosta, Onofrio Garcea, Lorenzo Nucera, Benito Pepè, Antonino Romeo, Rocco Bruzzaniti, Antonino Multari e Raffaele Battista. Altri due imputati erano stati rinviati a giudizio il 13 giugno scorso. L’indagine conclusasi nel giugno 2011 è stata condotta dai carabinieri del Ros coordinati dai magistrati della Direzione distrettuale antimafia. 

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