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DIAMANTE (CS) – Ha destato la curiosità di molti passanti, ma anche richiamato l’attenzione dei politici locali. La presenza di un via vai di forze dell’ordine dalle stanze del Comune di Diamante, del tutto inusuale per l’intensità. E chi ha visto uscire dalla Casa comunale gli agenti della Polizia con i fascicoli portati a fatica in braccio ha certamente commentato l’evento. 

Dall’altra parte, come avviene in questi casi, bocche cucite. Se ci fosse un’indagine in corso, guai a fornire anche il più piccolo particolare. Se la documentazione è di interesse per approfondire alcune materie, in ogni caso, nessuno può al momento far sapere niente. Come si dice in questi casi: le bocche restano cucite. C’è da aggiungere che il blitz è stato effettuato dalla Polizia di Stato. C’è chi ha sostenuto che vi sia stato anche un interesse della Dda e dei carabinieri che, in ogni caso, sono stati anch’essi all’interno del Comune. Ma su questo fa chiarezza il procuratore di Paola, Bruno Giordano, che all’Agi dice: «Le perquisizioni al municipio di Diamante non hanno alcun legame con indagini su infiltrazioni mafiose».

Giordano conferma invece che si tratta di vicende legate al settore rifiuti: «Abbiamo agito per una normale operazione di polizia giudiziaria, a seguito di una segnalazione su alcune irregolarità per degli appalti che riguardano anche la nettezza urbana e se ne è occupato il collega Giovanni Calamita, che da pochi giorni adesso lavora a Reggio Calabria». 

Resta, comunque tutto da chiarire. E bisognerà attendere il corso delle verifiche per capire quanto interesse possano aver destato i documenti recuperati. I cittadini potrebbero anche mai venire a sapere a cosa sono serviti quei faldoni trasferiti nelle auto civetta.

 

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