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REGGIO EMILIA– Quando nel luglio 2007 si presentò ai carabinieri di Gualtieri, nella Bassa reggiana, denunciando il furto di un trattore stradale e di tre rimorchi carichi di detersivi per un controvalore di oltre 200 mila euro, credeva di espletare una formalità per essere poi risarcito dall’assicurazione. Un autotrasportatore crotonese domiciliato a Gualtieri non ha fatto però i conti con le indagini dei carabinieri, che a cinque anni da quella denuncia di furto hanno scoperto che l’uomo, con la complicità di altri due, ora indagati in concorso, aveva inventato tutto per essere risarcito dall’assicurazione.   Al termine degli accertamenti i militari hanno denunciato due autotrasportatori – un settantenne crotonese domiciliato a Gualtieri ed un 38enne della provincia di Avellino, dove risiede – e un 41enne crotonese attualmente detenuto per altra causa, per concorso in simulazione di reato, falsità ideologica e truffa. Per il settantenne è scattata anche la denuncia di detenzione abusiva di munizioni: aveva in casa un’ottantina di cartucce calibro 7,65 non denunciate. 

Secondo gli investigatori i tre, in concorso tra loro, simularono il furto di tre semirimorchi intestati alla ditta di autotrasporti del settantenne, di cui di fatto non erano mai venuti fisicamente in possesso. Le indagini hanno rivelato che, ottenuti i documenti di acquisto dei tre semirimorchi da un’azienda tedesca, i tre li avevano poi immatricolati in Italia ma non li avevano più acquistati. Questi erano stati poi venduti dall’azienda proprietaria ad altre ditte, bosniache e slovene. Tuttavia, ottenuta l’immatricolazione dei mezzi (che avviene solo attraverso la presentazione dei documenti) e stipulata l’assicurazione, i tre nel luglio 2007 avevano “preparato” il furto, rivelatosi grazie alle indagini dei carabinieri una “bufala” per truffare l’assicurazione, che aveva liquidato all’assicurato un premio di circa 60.000 euro.   Le indagini hanno messo a fuoco anche i singoli ruoli avuti dai tre: il settantenne aveva denunciato il falso furto, il 41enne calabrese aveva provveduto ad assicurare i tre semirimorchi, il 38enne irpino – all’epoca amministratore di un’azienda ora fallita – aveva permesso l’arrivo in Italia della documentazione di acquisto dei tre semirimorchi poi usata per la loro immatricolazione. Acquisto che non si è mai concluso con l’azienda venditrice tedesca, che dopo aver stornato le fatture aveva rivenduto i tre semirimorchi ad altre aziende estere. 

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