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SERRA SAN BRUNO (Vibo Valentia) – Intitolare una via o una piazza del comune di Serra San Bruno a Pasquale Andreacchi, il 18enne sequestrato ed ucciso nell’ottobre 2009 ed i cui resti (il cranio e qualche osso) sono stati rinvenuti il 19 gennaio 2010 in un cassonetto dell’immondizia. A lanciare la petizione, con tanto di raccolta firme fra la popolazione, sono state le associazioni «Libera», «Il Brigante», «In.Ca. Stri» ed il comitato civico «Pro Serre» che attraverso l’organizzazione di una manifestazione consegneranno domani l’istanza al sindaco di Serra, Bruno Rosi. In particolare, l’istanza propone l’affissione, in una via del paese che sarà in seguito individuata dalla giunta comunale, di una targa commemorativa che oltre al nome di Pasquale Andrecchi riporti anche la dicitura «ucciso da mano ancora ignota».
A distanza di oltre tre anni dalla scomparsa, infatti, gli autori dell’efferato crimine non sono stati ancora assicurati alla giustizia ed il caso era stato archiviato. A chiedere alla Procura di Vibo Valentia la riapertura delle indagini è stato l’avvocato Giovanna Fronte che tutela gli interessi dei genitori del ragazzo scomparso. A consegnare invece simbolicamente le firme al sindaco di Serra San Bruno sarà il testimone di giustizia Rocco Mangiardi. All’evento, in programma per domani, sono previste le testimonianze dei familiari di Andreacchi e la partecipazione dei ragazzi dell’Istituto superiore ‘Luigi Einaudi” e della locale scuola media, oltre al gruppo scout di Serra San Bruno.

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