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POTENZA – Dimissioni sì ma soltanto per senso di responsabilità. Per non mettere in difficoltà nessuno. Mica perché si è sentito colpevole di qualcosa.

E’ il senso estremo della nota con cui ieri pomeriggio Gaetano Telesio il direttore generale dell’Università del Sannio ha deciso di replicare alle notizie sul caso del concorso per un posto di amministrativo all’Unibas, le accuse “corvo” e gli incroci con le commissioni di altre dueselezioni dell’ateneo lucano.

Dopo le perplessità del direttore generale dell’Unibas Lorenzo Bochicchio sui criteri fin troppo selettivi adottati e generiche questioni di «opportunità e legittimità» delle procedure, Telesio ha rassegnato le dimissioni da presidente della commissione d’esame. Con lui anche la dottoressa Monica Facchiano, a sua volta dipendente dell’Università del Sannio, come uno dei 5 cinque concorrenti che sono risultati idonei dopo il test preselettivo a cui lo scorso 31 ottobre  hanno partecipato in poco meno di 200.

Telesio e la Facchiano giudicano «assolutamente parziale e imprecisa» la ricostruzione del Quotidiano di un altro caso molto discusso a Benevento, sul concorso vinto all’Università del Sannio dalla stessa Facchiano, poi bocciato dal Tar e dal Consiglio di Stato.

Infatti si è scoperto che la Facchiano aveva copiato alcune risposte della prova scritta da una dispensa a firma di Telesio. Ma in appello la questione da «plagio» sarebbe stata ridimensionata in una svista della commissione d’esame che ha consentito che tutti i candidati avessero con sé oltre ai codici una copia della dispensa in questione. Conclusione: concorso annullato «in autotutela» da Telesio lo scorso 30 ottobre, il giorno prima delle preselezioni all’Unibas. Così la Facchiano è tornata al suo vecchio incarico, sempre all’Università del Sannio e con lo stesso trattamento economico, ma per mansioni diverse. Una smentita di fatto a qualsiasi “legame” poco trasparente tra i due. 

Quanto alla candidata, già precaria dell’Università del Sannio, che è risultata idonea dopo il test all’Unibas, i due ex commissari rivendicano la correttezza del loro operato per il passato e per il futuro, inteso anche nel caso in cui avessero deciso di andare avanti con le selezioni. In proposito si appellano anche a una recente sentenza del Consiglio di  Stato. Insomma nessuna incompatibilità.

Quanto invece al “disegno” del corvo dell’ateneo lucano per cui, una volta conclusa la selezione, la stessa candidata avrebbe potuto godere di un trasferimento in mobilità verso altri lidi -magari proprio l’Università del Sannio – per permettere uno scorrimento della graduatorie a favore di altri “predestinati”, Telesio e la Facchiano sono ancora più secchi: «frutto, nel migliore dei casi, di una fervida “fantasia”».

La questione verterebbe sul fatto che l’Università degli Studi della Basilicata ha necessità di chiudere le procedure concorsuali in atto entro il 31 dicembre 2013 al fine di evitare la perdita dei “punti organico” riferiti alle programmazioni di fabbisogno di personale degli anni precedenti. D’altra parte i quadri dell’Università del Sannio sarebbero già al completo quindi spiegano che per i prossimi 3 anni «la possibilità di procedere al reclutamento di personale tecnico ed amministrativo è assai ridotta».

Tanto «al fine non solo di fugare ogni dubbio sulla legittimità e sulla trasparenza» del loro operato, «ma anche di stroncare ogni ulteriore tentativo di “strumentalizzare” atti o fatti, qualunque sia la finalità perseguita». Motivo per cui entrambi si sono già rivolti a un avvocato, Giuseppe Matura, che provvederà «loro malgrado» ad agire a tutela della immagine, del buon nome e della onorabilità sia loro personale che della istituzione universitaria alla quale appartengono».

Salvo il «normale diritto alla critica». Precisano i due commissari dimissionari. Ci mancherebbe.

l.amato@luedi.it

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