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CARFIZZI – Incredulità e stupore. A scrivere “Dio è stato sfrattato” con uno spray sulle pareti della chiesa di Santa Veneranda, dichiarata inagibile nel giugno 2012, sarebbe stato proprio il parroco, don Luigi Valente, che adesso rischia di beccarsi una denuncia per danneggiamento. 
I carabinieri hanno, infatti, informato la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Crotone indicando proprio lui, sulla scorta di alcune testimonianze, come l’autore dell’imbrattamento.
 Con ogni probabilità si tratta di una protesta attuata in seguito a una singolare vicenda che ha determinato una spaccatura tra i fedeli. 
Dall’agosto scorso, infatti, la messa è stata “trasferita” in un locale dell’amministrazione comunale che intanto si è impegnata a reperire fondi per realizzare una nuova chiesa. Quella inagibile, costruita negli anni ’60, peraltro non riveste pregio storico-architettonico, ma buona parte dei fedeli insiste per la ristrutturazione dell’edificio, di proprietà della Curia di Crotone. 
L’arcivescovo Domenico Graziani ha anche partecipato a un incontro con la comunità religiosa di Carfizzi, nel dicembre scorso, per mediare tra le due scuole di pensiero, ovvero tra quelli che vogliono la nuova chiesa e quelli che rivogliono la chiesa esistente, a cui sono legati affettivamente tanto da promuovere una raccolta di firme contro la demolizione.
 Nessuna soluzione pratico-operativa è emersa, però, neanche dopo la visita del vescovo. Attualmente le funzioni religiose si svolgono nella chiesa di Sant’Antonio, in una zona periferica. 
E l’altro pomeriggio è comparsa la scritta “Dio è stato sfrattato”. 
Ieri l’imbrattamento era già stata cancellato ma questo, forse, non contribuirà a far venire meno la denuncia nei confronti del parroco.
L’episodio sembra destinato a fare discutere molto nel piccolo centro dell’Alto Crotonese. Da due giorni, a Carfizzi, non si parla d’altro.

CARFIZZI (KR) – Incredulità e stupore. A scrivere “Dio è stato sfrattato” con uno spray sulle pareti della chiesa di Santa Veneranda, dichiarata inagibile nel giugno 2012, sarebbe stato proprio il parroco, don Luigi Valente, che adesso rischia di beccarsi una denuncia per danneggiamento. I carabinieri hanno, infatti, informato la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Crotone indicando proprio lui, sulla scorta di alcune testimonianze, come l’autore dell’imbrattamento. 

 

Con ogni probabilità si tratta di una protesta attuata in seguito a una singolare vicenda che ha determinato una spaccatura tra i fedeli. Dall’agosto scorso, infatti, la messa è stata “trasferita” in un locale dell’amministrazione comunale che intanto si è impegnata a reperire fondi per realizzare una nuova chiesa. Quella inagibile, costruita negli anni ’60, peraltro non riveste pregio storico-architettonico, ma buona parte dei fedeli insiste per la ristrutturazione dell’edificio, di proprietà della Curia di Crotone. 

L’arcivescovo Domenico Graziani ha anche partecipato a un incontro con la comunità religiosa di Carfizzi, nel dicembre scorso, per mediare tra le due scuole di pensiero, ovvero tra quelli che vogliono la nuova chiesa e quelli che rivogliono la chiesa esistente, a cui sono legati affettivamente tanto da promuovere una raccolta di firme contro la demolizione. Nessuna soluzione pratico-operativa è emersa, però, neanche dopo la visita del vescovo. Attualmente le funzioni religiose si svolgono nella chiesa di Sant’Antonio, in una zona periferica. E l’altro pomeriggio è comparsa la scritta “Dio è stato sfrattato”. 

Ieri l’imbrattamento era già stata cancellato ma questo, forse, non contribuirà a far venire meno la denuncia nei confronti del parroco.L’episodio sembra destinato a fare discutere molto nel piccolo centro dell’Alto Crotonese. Da due giorni, a Carfizzi, non si parla d’altro.

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