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di ROSSELLA MONTEMURRO
«DEVO scannare mio padre, questo è il coltello con cui devo scannarlo. Alla prima favorevole occasione devo scannarlo».
Frasi ripetute anche davanti ai carabinieri, con lucidità, mentre mostrava il coltello con cui la sera precedente aveva tentato di colpire il genitore.
Il trentanovenne A.C., anche davanti ai militari dell’Arma, non ha fatto scenate né usato nei loro confronti parole ingiuriose.
La sua ossessione era il padre, un pensionato di 67 anni, con cui aveva un contrasto aperto, non legato a motivi particolari. Spesso l’anziano veniva sbattuto fuori di casa, gli era inibito il rientro o lui stesso temeva la reazione del figlio.
Ad alimentare l’aggressività, la solitudine estrema di A. C. che non aveva vita sociale ma si rifugiava nell’alcol.
E proprio l’alcol era stata la causa del suo licenziamento, dieci anni fa.
Ex fornaio, dalla ricostruzione dei militari della Compagnia di Matera guidati dal capitano Paolo Sambataro, la sua frustrazione la sfogava nei confronti dei genitori anziani.
Venerdì sera la situazione è precipitata.
Mentre il padre, nel dormiveglia, era davanti al televisore, il trentanovenne ha tentato di accoltellarlo al petto.
La prontezza di riflessi dell’anziano e i movimenti poco convinti del figlio, ancora una volta in preda all’alcol, hanno evitato che la lama di 20 centimetri lo colpisse.
Il diverbio, nel quale è intervenuto anche l’altro figlio, un ragazzo con problemi di salute che non può aiutare i genitori a difendersi dalla violenza del fratello, è proseguito tanto da indurre la coppia, il mattino dopo, a lasciare la casa e a contattare il 112.
«Alle 9 la situazione è ripresa. – hanno affermato il capitano Sambataro e il maresciallo Michele Scamarcia, comandante della squadra Radiomobile della Compagnia di Matera – Allarmati, i genitori sono scappati di casa, hanno chiamato il 112 ed è intervenuto un equipaggio. “Aiutateci perché nostro figlio non ha pensieri buoni in testa”, ci ha detto a coppia».
I militari hanno raggiunto l’appartamento al sesto piano di un condominio trovando l’uomo in un grave stato di alterazione.
«Era vicino al coltello con cui nella nottata precedente aveva tentato di uccidere il padre. – hanno aggiunto – Il soggetto era noto per l’abuso di sostanze alcoliche.
I genitori con noi si sono sfogati concentrando l’attenzione sui maltrattamenti e la violenza che subiscono da una decina di anni e che, nel corso del tempo, si è acutizzata.
La convivenza era diventata impossibile, i litigi erano all’ordine del giorno. Anche il verbo scannare – hanno precisato ieri pomeriggio i militari dell’Arma – denota odio, è indice di acredine verso la figura paterna».
Per stessa ammissione dell’uomo, il coltello sarebbe servito ad uccidere il padre appena questi sarebbe rientrato a casa.
I carabinieri della Compagnia di Matera hanno quindi proceduto all’arresto in flagranza di reato del trentanovenne ritenuto responsabile di tentato omicidio, violenza privata e maltrattamenti in famiglia.
L’uomo, al termine delle formalità di rito, è stato condotto presso la Casa Circondariale di Matera a disposizione del pm Rosanna De Fraia.

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