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ROMA –  Il Consiglio dei Ministri ha stabilito di prorogare lo stato di emergenzaa nel territorio della Regione Calabria e della Regione Marche. Il primo decreto proroga di un anno l’assetto emergenziale in ordine ai gravi dissesti idrogeologici che hanno interessato la Calabria dall’11 al 17 febbraio 2010. Il secondo decreto proroga di un anno l’assetto emergenziale determinatosi a seguito degli eccezionali eventi meteorologici che hanno colpito il territorio della regione Marche nei giorni dal 1 al 6 marzo 2011.

 

Lo stato d’emergenza idrogeologico permetterà alla Regione e agli Enti Locali di continuare l’attività di ripristino del territorio massacrato dagli elementi e dall’incuria attraverso le procedure facilitate dovute, appunto, alla normativa d’urgenza.

 

Nella seconda settimana di febbraio di due anni fa, le province di Catanzaro, Cosenza e Vibo Valenzia furono colpite da piogge di eccezionale intensità. Tra le situazioni più gravi, solo nel cosentino, vanno ricordati i danni subiti dal territorio di Cetraro (statale 18), i crolli di Verbicaro, le frane di Madermo di Altomonte, la sponda sinistra del Crati in località Scuse. Duramente colpiti anche i comuni di Montalto Uffugo, Lattarico e San Benedetto Ullano. Una frana enorme colpì la strada che collega Paterno Calabro a Dipignano.

 

Il piano d’intervento venne predisposto sulla base delle risorse finanziarie disponibili, per la messa in sicurezza delle zone colpite e la concessione dei contributi a favore di famiglie e imprese, per un veloce ripristino delle normali condizioni di vita della popolazione. Con ordinanza del presidente del Consiglio (n. 3862 del 31 marzo 2010), pubblicata nella Gazzetta Ufficiale dell’8 aprile, venne prevista l’attuazione degli interventi urgenti diretti a fronteggiare i danni provocati dall’alluvione. Scopelliti venne nominato commissario straordinario. Il provvedimento, ora subisce una seconda proroga. 

 

I tempi del ripristino sono andati per le lunghe e il territorio dissestato ha ancora bisogno di interventi in regime d’urgenza. Di qui la decisione della nuova proroga.

 

 

 

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