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POTENZA – Le leggi distinguono enti deficitari ed enti dissestati, e fissano le condizioni in cui muoversi. «Le doverose scelte consequenziali non sono libere ma devono essere effettuate in base all’attenta analisi tecnica del quadro economico-finanziario dell’ente nonché al giudizio prognostico sulla migliore strategia per garantire la salvaguardia dell’interesse pubblico ad un ritorno strutturale “in bonis” dell’ente, come certamente sarà accaduto nel caso di Potenza».
Ha precisato così il senso delle sue parole il procuratore regionale della Corte dei conti Michele Oricchio. Dopo i mal di pancia scatenati dall’incontro con i giornalisti a margine della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario.
L’espressione indigesta, raccolta dal Quotidiano, è stata quella sulla «scelta ideologica» della nuova amministrazione per la dichiarazione di dissesto del capoluogo.
Una scelta «legittima e comprensibile», secondo il procuratore, che si è immaginato nei panni di chi teme di restare «col cerino in mano». Dopo un colloquio col sindaco Dario De Luca. Ma una scelta «dolorosa». Soprattutto per i cittadini, a causa dell’aggravio di spese e le limitazioni all’azione del Comune. Motivo per cui in altri casi si è cercato in tutti i modi il riequilibrio finanziario. Anche non proprio legittimi.
Il procuratore aveva citato il caso di Lagonegro, dove per anni i bilanci si sono retti sulle poste per la vendita di alcuni immobili che nessuno ha realmente acquistato. Ma anche di recente il caso di Lagonegro era tornato alla ribalta. Per una deliberazione della Sezione di controllo della Corte dei conti che intimava al consiglio comunale di dichiarare il dissesto entro 30 giorni. Ma l’amministrazione si è messa di traverso, e sfruttando una norma dell’ultima finanziaria ha ottenuto una proroga di 6 mesi per approvare un nuovo piano decennale di riequilibrio del bilancio. Perciò dissesto non fu.
«Il Testo unico degli enti locali – spiega il procuratore Oricchio nella nota inviata ieri mattina al Quotidiano – reca precise disposizioni per fronteggiare il fenomeno, purtroppo ricorrente, delle sofferenze economiche e gestionali degli enti locali distinguendo – anche in considerazione della gravità della situazione finanziaria – fra enti deficitari ed enti dissestati: per entrambi i casi prevede apposite condizioni per accedere a procedure correttive da deliberarsi da parte dei competenti organi consiliari».
Nelle scorse settimane la procura contabile ha già avviato una serie di verifiche su due dei capitoli più gravosi sul bilancio del capoluogo. Quello del trasporto pubblico, e quello della gestione dei rifiuti. Sulla base di segnalazioni che evidenziano ipotesi di responsabilità a carico delle vecchie amministrazioni.
Nei prossimi mesi, inoltre, le leggi sugli enti dichiarati in dissesto prevedono che la commissione di liquidazione comunichi le eventuali irregolarità emerse. Quanto a queste, se dovessero delinearsi ipotesi di colpa, o grave negligenza di amministratori, la procura potrà chiedere la sanzione dell’incandidabilità fino a 10 anni dei responsabili. Oltre al risarcimento del danno erariale provocato.

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