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CROTONE – Aveva accuratamente predisposto tutto l’occorrente per trarre in inganno gli organismi pagatori e, quindi, beneficiare indebitamente dei contributi comunitari riconosciuti per il “sostegno ai redditi agricoli”. 

Tuttavia il tentativo di truffa, avviato dal titolare di una ditta individuale della provincia crotonese, è stato scoperto dai militari del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Crotone, al termine di un’attività investigativa coordinata dalla locale Procura della Repubblica ed originata da una segnalazione inoltrata all’Autorità Giudiziaria da parte dell’Arcea, l’Agenzia della Regione Calabria per le Erogazioni in Agricoltura. 

L’ente regionale aveva riscontrato delle anomalie nella documentazione a corredo delle domande uniche di pagamento presentate dall’imprenditore per gli anni 2013 e 2014. Gli approfondimenti investigativi delle Fiamme Gialle pitagoriche si sono concentrati sul riscontro della veridicità dei contratti di fitto dei fondi rustici, atti in virtù dei quali l’imprenditore poteva attestare la disponibilità di superfici aziendali dichiaratamente destinate all’esercizio di attività agricola.  

In questo modo veniva apparentemente soddisfatto il requisito fondamentale per poter ottenere gli aiuti comunitari, non più collegati, come avveniva in passato, all’effettiva produzione realizzata. 

Nello specifico, sono stati esaminati 12 contratti di fitto di fondi rustici situati in provincia di Parma ed un atto di concessione di terreno agricolo rilasciato da un Ente locale.Nella totalità dei casi è emersa la falsità degli atti, comprovata dalle testimonianze rese dai reali proprietari dei terreni, i quali hanno disconosciuto la sottoscrizione dei contratti, precisando di non conoscere la controparte. 

L’analisi dei documenti ha fatto emergere ulteriori irregolarità. Infatti, sono risultate false anche le carte d’identità dei proprietari dei fondi, allegate in copia fotostatica ai contratti per conferire una ulteriore parvenza di regolarità. 

I finanzieri, a completamento dell’indagine, hanno verificato anche l’aspetto relativo alla registrazione dei contratti presso l’Agenzia delle Entrate, riscontrando dagli accertamenti la completa falsità dei timbri apposti e delle sottoscrizioni del funzionario. L’Ufficio Finanziario ha attestato, inoltre, che i numeri riportati sui falsi contratti corrispondevano, in realtà, ad altri negozi giuridici realmente oggetto di registrazione.

 

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