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UN groppo in gola che non va giù. Non riesce a scendere. Non c’è niente da fare. Sono rimasto un giorno in silenzio, non ero lucido. Non lo sono ancora. Ci vorrà del tempo ma dodici anni di lavoro fianco a fianco  non si cancellano in poche ore. Renato Carpentieri non c’è più. Ed io ancora non ci credo. Ho solo questo grande groppo in gola. Continuo a pensare a quante volte con Renato abbiamo parlato, discusso, ci siamo “sfottuti” a vicenda e ci siamo anche arrabbiati ma con una certezza che finiva tutto nel giro di poche ore. Anzi con Renato in pochi minuti. Renato mi punzecchiava e io ci cascavo sempre. Ma era il gioco delle parti, poi lui c’era sempre. Era lì, presente, disponibile. Per qualsiasi cosa ci potevi contare sempre. Su questo non c’era alcun dubbio.

Oggi lo shock per quello che è successo è ancora troppo forte. Nei prossimi giorni purtroppo ci renderemo conto, non riesco ad immaginare una domenica senza Renato ed il suo umore cangiante. Entravi in redazione e sapevi esattamente cosa avesse fatto il Matera. Renato era Matereopatico, il Matera ne definiva l’umore ma senza che si perdesse mai la bussola.

Domani, domenica, sarà durissima. Un cambio vero, il primo da oltre dodici anni. Da quando condivido con lui questo giornale e quest’avventura per una precisa scelta di propormi in questa redazione all’allora direttore Ennio Simeone.

Una scelta di cui, insieme a molte altre, Renato andava orgoglioso. Ma devo dire che in questi anni abbiamo condiviso molto, i suoi eccessi ed i miei vani tentativi di mitigarne un’esuberanza che era semplicemente Renato.

La domenica sera era il suo mondo, si esaltava e si preoccupava con il Matera ma non solo.

Tanti gli episodi che potrei raccontare. Di uno mi piace parlare perchè risale a quasi dieci anni fa. Il Matera allora dei Nicoletti (stagione 2002/2003) sceglie il nuovo allenatore e Renato va alla conferenza stampa. Al ritorno gli chiedo: “Chi è il nuovo allenatore del Matera Renà?”, mi risponde “Tale Lamberto Magrini”. Io di rimando “Ma chi cazz’è”. E lui mi elenca le squadre in cui ha allenato e poi mi aggiunge “comunque questo non arriva al panettone”. Magrini quell’anno il panettone lo ha mangiato ma nella prima gara di gennaio viene esonerato. Renato si è sbagliato, già, ma solo di due settimane. Di quell’episodio abbiamo spesso parlato. Ci abbiamo scherzato spesso negli anni successivi, con lui a dirmi “Magrini è un mio amico, lo sento spesso”.

Impossibile il contrario anche volendo con Renato. Di ricordi potrei elencarne ancora altri e ci sarebbe da andare avanti all’infinito. L’ultima massima coniata con il Matera è stata “chi vince gode e chi perde spiega”. Carpentieri l’ha usata in mille occasioni.

Io oggi, in questo momento, sono contento di aver goduto della sua amicizia. Senza defezioni e senza attenuazioni, a mille all’ora come era nell’indole di Renato. Non posso aggiungere di più. Il groppo in gola c’è ancora e non penso che passerà molto presto. Renato sarà lì davanti a me ogni momento.

p.quarto@luedi.it

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