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MARSICO NUOVO – A distanza di 158 anni la cinquecentesca Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli, ritorna a “vivere”.
Oggi pomeriggio, alle 18, l’inaugurazione e la riconsacrazione del luogo sacro, alla presenza dei rappresentanti della Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Basilicata, dell’autorità istituzionali locali e religiose.
L’edificio religioso sorge nei pressi di un antico ponte sull’Agri ai piedi delle colline su cui è arroccato l’abitato cittadino. L’imponente struttura a navata unica fu eretta nel 1593 grazie al denaro raccolto tra i cittadini dell’Universitas marsicense in un periodo di grande prosperità economica.
La chiesa fu costruita, secondo tradizione, nei pressi di un’edicola sulla quale è affrescata un’immagine della Vergine Maria che aveva operato non pochi miracoli richiamando pellegrini da ogni luogo.
L’area occupata dalla chiesa risulta essere di grande interesse storico, infatti sul ponte retrostante l’edificio con ogni probabilità passava la romana via Herculea che risultava essere un’arteria di transito di enorme importanza per tutto il medioevo e l’era moderna.
Lungo questa strada e nei pressi della chiesa annualmente si teneva la fiera di “Santo Elia”, che durava otto giorni e rappresentava un evento cruciale per l’economia della zona. L’interno della chiesa tuttavia presenta elementi architettonici che la rendono unica nell’ambito dell’architettura ecclesiastica locale.
Un pregevole altare a baldacchino, la cui volta sorretta da pregevoli colonne è riccamente affrescata si eleva nella zona del presbiterio. Quest’ultimo risulta diviso dalla navata da un imponente arco a tutto sesto in pietra locale sulla cui chiave è scolpito il cane simbolo della città di Marsico Nuovo.
«Marsico – spiega in una nota il primo cittadino, Domenico Vita – si riappropria di un pezzo di storia importante e significativa del paese. Il luogo di culto rappresenta – continua il sindaco – il simbolo di operosità del popolo marsicano. Fu costruita dal popolo e non a caso in diversi punti è scolpito il cane, simbolo del nostro comune».
«Siamo orgogliosi – aggiunge Vita – di questo traguardo che abbiamo voluto tutti, dalla Sopraintendenza, al parroco e a seguire l’amministrazione. Abbiamo seguito passo passo l’evolversi dei lavori, contribuendo anche con piccoli interventi nella fase finale. Il nostro patrimonio storico religioso – conclude – è la testimonianza di un popolo unito e coeso, e soprattutto, ci sprona a riqualificarlo sotto l’aspetto turistico».

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