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REGGIO CALABRIA – Affiora una nuova collaborazione per gli inquirenti della Dda di Reggio Calabria. Una sorta di “nuova Giuseppina Pesce”, che da alcuni mesi starebbe facendo riempire verbali di dichiarazioni contro le cosche della Piana di Gioia Tauro. La circostanza è emersa nel corso di un incontro pubblico, per voce del pubblico ministero della Dda di Reggio Calabria, Alessandra Cerreti, intervenuta all’incontro organizzato dalla Commissione Parlamentare Antimafia, “Ndrangheta che odia le donne”. 

In questo contesto sarebbe venuta fuori l’esistenza di una nuova collaboratrice di giustizia in seno agli ambienti criminali della Piana di Gioia Tauro. Sono proprio i luoghi di cui il pm Cerreti, insieme ad altri sostituti della Dda, si occupa da anni: quella Piana di Gioia Tauro su cui insistono alcune delle famiglie più importanti della ‘ndrangheta, dai Bellocco ai Pesce di Rosarno, passando per i Molè e Piromalli di Gioia Tauro e, ancora, i Gallico di Palmi. 
Ovviamente le notizie fornite sono state centillinate con il contagocce, si sa però che si tratta di una delle tante “donne di ‘ndrangheta”, o meglio di una donna che avrebbe vissuto in un contesto mafioso, che avrebbero assunto un ruolo sempre più rilevante all’interno della criminalità organizzata calabrese, come testimoniano, su tutte, proprio le indagini riguardanti la Piana di Gioia Tauro. 
L’incontro con la Commissione presieduta da Rosy Bindi è stata anche l’occasione per svelare, seppur parzialmente, la presenza di una nuova donna, capace, con le proprie conoscenze acquisite nel corso degli anni, di fungere da grimaldello per scardinare ambiti chiusi, come quelli delle famiglie di ‘ndrangheta: dichiarazioni che potrebbero creare scompiglio all’interno dei clan.
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