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POTENZA – Dopo i presunti brogli al seggio, i volontari “fantasma”: soci iscritti nelle liste elettorali per il rinnovo dei vertici locali dell’associazione, senza averne i requisiti. Come un certo numero di ore di volontariato effettivo, o il pagamento delle quote sociali.
Si sta allargando ancora l’inchiesta dei carabinieri sulla Croce rossa lucana.
Nei giorni scorsi gli investigatori dell’aliquota di polizia giudiziaria del Tribunale sono tornati a far visita agli uffici dell’associazione per acquisire una serie di documenti.
In più è partita una nuova tornata di convocazioni e in tanti sono stati già sentiti come persone informate sui fatti.
Nel mirino ci sono sempre le elezioni per il rinnovo delle cariche sociali che si sono svolte a dicembre del 2012. Ma le attenzioni maggiori sono rivolte a quanto accaduto in particolare a Melfi e Forenza, dove il candidato sostenuto da Ferdinando Moscariello, presidente regionale in carica, ha ottenuto un bagno di voti, staccando il commissario regionale uscente.
Il sospetto è che nei mesi precedenti alle consultazioni le liste elettorali siano state “gonfiate” iscrivendo come soci attivi, quindi con diritto di voto, dei semplici soci ordinari. Anche quelli che da mesi non prestavano più servizio come volontari. Ma sarebbero stati ben disposti a rispolverare la tessera per votare nella maniera “giusta”.
Ora gli inquirenti stanno cercando di capire proprio questo, verificando quanti degli elettori fossero davvero in regola. Al netto dei voti che sarebbero stati aggiunti per conto di persone che hanno smentito di essere andate al seggio.
Ma l’inchiesta, condotta dal pm Valentina Santoro, ipotizza anche il reato di peculato a carico di qualcuno tra i responsabili dell’associazione, che anche in Basilicata può contare su migliaia di volontari.
Tutto sarebbe partito da una denuncia ma è venuto allo scoperto soltanto a maggio con la prima acquisizione di documenti nella sede regionale della Croce rossa di Potenza.
Due mesi dopo sono stati acquisiti anche gli elenchi dei volontari che nel 2012 avevano diritto al voto per il rinnovo delle cariche sociali. Poi sono iniziati gli interrogatori.
«Hanno chiamato oltre duecento persone per chiedere se fossero andati realmente a votare». E’ stato spiegato dalla Croce rossa durante la conferenza stampa indetta all’indomani dell’articolo del Quotidiano che per primo ha dato la notizia delle indagini. «E tutti hanno confermato che le operazioni si sono svolte in maniera regolare».
Moscariello in persona aveva replicato anche all’ipotesi peculato garantendo per la sua amministrazione, e scaricando di fatto le responsabilità sul suo predecessore: il commissario Anna Maria Scalise. Dato che tra gli atti acquisiti a maggio c’erano le determine di spesa per 1.300 euro dell’organizzazione di un evento, la “festa del sorriso” del 2012, quando a capo della Croce rossa lucana c’era ancora lei.
D’altra parte non si era fatta attendere nemmeno la controreplica della Scalise, che ha precisato di essere stata convocata sì dai carabinieri, ma soltanto come persone informata sui fatti.
Lo scontro tra il presidente e l’ex commissario, che oggi guida la Croce rossa del Vulture, secondo Moscariello andrebbe fatto risalire alla soppressione del comitato di Melfi, che è la sua città. Un comitato ricostituito poco dopo il suo insediamento.
«Per questo a Melfi hanno votato tutti per me, perché potessi restituire un giusto riconoscimento al lavoro di tanti volontari». Aveva spiegato al Quotidiano Moscariello, che ha anche aggiunto di valutare azioni legali a tutela del decoro suo e dell’associazione.

l.amato@luedi.it

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