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PAOLA – Dopo l’Asp, scoppia il caso Amantea. Nel fascicolo-stralcio arrivato da Cosenza, alla procura di Paola, c’è traccia di una serie di incarichi legali affidati all’avvocato Nicola Gaetano dal Comune di Amantea, quando l’amministrazione dell’ente locale era retta dalla commissione prefettizia insediatasi dopo la scioglimento della giunta municipale per infiltrazione mafiosa. Di questa commissione fece parte Francesco Sperti, ritenuto negli ambienti giudiziari persona vicina ai politici Gentile, come lo è l’avvocato Gaetano. Ed infatti, nelle carte arrivate al procuratore di Paola, Bruno Giordano si fa riferimento anche ad un altro avvocato, Andrea Gentile, figlio del senatore, ex sottosegretario. 

La magistratura inquirente, quindi, dopo l’attenzione rivolta all’azienda sanitaria di Cosenza, punterà i riflettori anche sul Comune della fascia tirrenica. Nell’arco di tempo (agosto 2008-aprile 2010) in cui gli amministratori pubblici di Amantea sono stati i commissari inviati dalla prefettura, l’avvocato Gaetano ha avuto incarichi legali per un ammontare di oltre 350 mila euro, di cui circa 290 già pagati ed i restanti previsti nel bilancio del Comune, per un pagamento che avverrà fra non molto. 

Secondo quanto è trapelato da fonti attendibili, le verifiche giudiziarie sarebbero riferite pure all’avvocato Andrea Gentile, che gestiva alcune pratiche da lontano, con lo studio legale fuori regione, circostanza che ha incuriosito gli inquirenti, che stanno valutando la sua posizione di indagato. Come vi abbiamo riferito ieri Gentiel avrebbe chiesto più volte allo studio gaetano di sostituirlo in aula. Nonostante ciò però non avrebbe mai pagato i suoi colleghi per la domiciliazione, al punto che Gentile non risulta nell’anagrafe clienti dello studio Gaetano. L’inchiesta in cui si ipotizzano i reati di falsa fatturazione e truffa, con l’aggravante del reato associativo, perché nel contesto delittuoso ipotizzato avrebbe avuto un ruolo anche un terzo legale, precisamente l’avvocato paolano Alessandro Ventura, sarà portata avanti direttamente dal procuratore capo di Paola, Bruno Giordano, che ha mantenuto a se l’incarto speditogli dai pm di Cosenza, che hanno istruito il filone giudiziario principale dedicato alle “consulenze d’oro” all’Asp. 

La commissione prefettizia al municipio di Amantea è rimasta in carica fino a quando il Consiglio di Stato, nell’aprile del 2010, accogliendo il ricorso del sindaco della città tirrenica, non ha reintegrato il consiglio comunale eletto nel 2006, revocando lo scioglimento per infiltrazione mafiosa disposto dal ministero dell’Interno. Di questa commissione, come accennato, faceva parte Francesco Sperti, successivamente messo sotto inchiesta proprio dal procuratore Giordano, per alcuni rimborsi spese relativamente a certe trasferte del commissario prefettizio mandato ad Amantea. Come riferito nelle precedenti edizioni, la procura di Paola, che ha già chiuso le indagini sull’incendio doloso che, poco più di un anno fa, ha distrutto la barca dell’avvocato Gaetano, ormeggiata al porto di Cetraro, potrebbe rivedere l’accaduto da una prospettiva differente, alla luce dei fatti che stanno emergendo dall’attività investigativa sulla gestione dell’azienda sanitaria provinciale, attività sviluppata parallelamente pure dalla direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, concentrata soprattutto, ma non esclusivamente, su alcune situazioni verificatisi sul Tirreno cosentino. È stato già individuato chi avrebbe appiccato le fiamme al porto di Cetraro, ma è rimasto oscuro il movente dell’atto intimidatorio o di ritorsione. Adesso quell’episodio potrebbe essere chiarito in ogni suo aspetto nell’ambito di questa indagine.
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