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CATANZARO – La Corte d’Appello di Catanzaro ha disposto la restituzione di tutti i beni sequestrati nel 2007 dal Tribunale di Vibo Valentia (presieduto dal giudice Antonino Di Marco) a Mario De Rito, 39 anni, di Vena Superiore, frazione di Vibo, ed ai suoi familiari. Il valore del patrimonio dissequestrato ammonta ad oltre 3 milioni di euro. La Corte ha così accolto le argomentazioni dell’avvocato Diego Brancia, che assisteva De Rito e tutti i terzi interessati dal sequestro (Francesco De Rito, Domenico De Rito, Rosa Rito, Saveria Mannella e Anna Cilurzo, rispettivamente padre, fratello, madre, moglie e suocera di Mario De Rito). 

Gli altri avvocati intervenuti in appello sono Salvatore Staiano, Sergio Rotundo, Nicola Cantafora, Pier Paolo Emanuele. Fra i beni restituiti ci sono tre autovetture, un motociclo, buoni postali fruttiferi per 30mila euro, un palazzo di tre piani, un edificio in costruzione, due appartamenti, quattro locali concessi in locazione e la lavanderia “Il Pinguino”. Gli immobili sono ubicati a Vena Superiore e Vena di Ionadi, nel Vibonese. Il sequestro era stato effettuato sulla scorta di un’inchiesta del Gico di Catanzaro. Mario De Rito si era reso latitante il 7 marzo scorso per sfuggire all’operazione antimafia della Dda denominata “Black money”, che lo vede accusato di aver svolto il “ruolo di partecipe al clan Mancuso di Limbadi”. Il Tribunale del Riesame ha però poi annullato la richiesta di arresto.
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