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LA droga arrivava, quasi certamente, dalla Calabria. Ed a rafforzare l’ipotesi investigativa, la presenza nella banda di Carlo Longo, un pregiudicato di origine calabrese, fratello di un uomo vicino ad ambienti ‘ndranghetisti ucciso poche settimane fa a Vibo Valentia. E’ questo il retroscena dell’operazione della polizia che ha portato all’arresto di tredici persone e all’emissione di un avviso di garanzia per altre 25. L’indagine è stata condotta dagli agenti del commissariato di Rho, nel milanese. Il reato contestato a vario titolo è detenzione di sostanze stupefacenti a fini di spaccio. A quanto si apprende da fonti di polizia, gli arrestati avrebbero organizzato un giro di spaccio nelle piazzole di sosta dell’autostrada A8 Milano-Varese e dietro i guardrail. Nel corso delle perquisizioni sono stati sequestrati 15 chili di droga tra cocaina ed eroina. 

I compratori accostavano e fingevano un guasto alla macchina aprendo il cofano o il portabagagli aspettando l’arrivo degli spacciatori accucciati dietro i guardrail o nascosti nelle sterpaglie al di là dell’autostrada. In questo consisteva l’insolita tecnica di spaccio, che fruttava 10-15mila euro al giorno, messa a punto da un gruppo di italiani e marocchini arrestati nell’ambito dell’operazione «sosta take away» condotta dagli agenti del commissariato Rho Pero, nel milanese. In manette sono finite 13 persone, due sono tuttora ricercate, 25 gli indagati a piede libero, 40 le persone segnalate al prefetto e 50 le patenti di guida ritirate. Secondo la ricostruzione degli agenti che hanno ascoltato centinaia di intercettazioni telefoniche e pedinato gli spacciatori per dodici mesi, i compratori ordinavano la cocaina o l’eroina al telefono e attendevano qualche minuto agli autogrill dell’autostrada A8 Milano-Varese. Gli incontri, per evitare sospetti, non avvenivano sempre negli stessi posti. I clienti erano semplici compratori ma anche spacciatori che si rifornivano di grandi quantità di stupefacenti per rivenderli sulle piazze di Milano, Como, Varese e provincia. 

Perquisito anche un appartamento ad Arese, in uso all’arrestato Luca Micheletti, un 42enne che nascondeva in casa una vera e propria serra con materiale per l’essiccazione e il confezionamento della marijuana. La sostanza non veniva spacciata ma era destinata al consumo degli spacciatori che la fumavano durante le lunghe attese ai bordi dell’autostrada.

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