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REGGIO CALABRIA – Otto anni di reclusione ciascuno sono stati richiesti dal sostituto procuratore della Repubblica, Antonio De Bernardo, nei confronti di Antonio Mauro, 84anni, e del nipote Maurizio Demetrio Mauro, 46 anni, già amministratori della omonima impresa multinazionale del caffè. Il pubblico ministero ha chiesto anche la condanna a quattro anni per un dipendente dell’azienda, Domenico Marino, e il non doversi procedere, per intervenuta prescrizione, per Pasquale Mauro, deceduto, e per la figlia Mary Mauro. 

Il processo era scaturito dall’operazione ‘Cafittera’ , condotta dalla Guardia di finanza sul finire degli anni ’90, dopo le denunce del proprietario di un bar che aveva accusato i Mauro di praticare prestiti ai limiti dell’usura ai commercianti in difficoltà che acquistavano il caffè dell’impresa di Campo Calabro. De Bernardo, oltre che per usura, ha chiesto la condanna per gli imputati per esercizio abusivo del credito e associazione per delinquere. La Mauro Caffè, dopo un intervento di ristrutturazione, è stata acquisita dal gruppo industriale-finanziario che fa capo a Fabrizio Capua che ne ha rilanciato il marchio negli Usa, Russia, Ungheria e Israele, con l’apertura di numerosi coffee-shop.
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