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Sono passati cinque anni da quel delitto e ora per Giani Bedreaga, 40 anni, originario di Noua Moldava, ritenuto responsabile dell’omicidio degli anziani coniugi di Mendicino (Cs), Ennio Greco e Maria Reda, è arrivata la sentenza definitiva, sancita dalla Corte di Cassazione di Roma. Per l’imputato che il primo maggio del 2007 uccise nel sonno a colpi di accetta in testa i due coniugi è stata confermata la condanna all’ergastolo. Ieri, su ricorso presentato dagli avvocati Elena Artese e Massimo Petrone, del foro di Cosenza, difensori di Bedreaga, si è svolto l’ultimo atto del procedimento, dinanzi appunto ai giudici della Suprema Corte, prima sezione penale. I penalisti hanno insistito sulla sua innocenza chiedendo l’annullamento dell’ergastolo, che era stato comminato sia in primo che in secondo grado, e l’invio degli atti ad una nuova sezione della Corte di Appello di Catanzaro. La richiesta però, non è stata accolta e di conseguenza la sentenza è diventata definitiva. A questo punto Bedreaga, di fatto destinato al carcere a vita, potrà sperare solo in una scarcerazione per buona condotta. Ma dovrà prima scontare almeno quindici anni di reclusione. Ora si trova nel carcere dell’Isola d’Elba. «Noi – ha commentato a caldo l’avvocato Elena Artese – crediamo ancora nella sua innocenza. In questo processo è venuta a mancare una difesa scientifica. Non abbiamo avuto cioè la possibilità, soprattutto di natura economica, di contestare le consulenze prodotte dall’accusa…». E così, almeno così fa intendere la difesa, per Bedreaga non c’è stato scampo. «Ancora oggi – ha incalzato la Artese – ci chiediamo di chi erano le tracce di donna trovate in casa delle vittime». I familiari delle vittime si sono costituite parte civile e anche ieri sono state rappresentate dall’avvocato Franz Caruso.

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