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IL giorno più lungo dei materani. E’ arrivato. Atteso un anno intero si compie oggi in una serie di riti senza interruzioni che per l’intera giornata accompagnano la Madonna della Bruna all’interno della città, la portano in processione, la espongono sul Carro trionfale e poi la lasciano al suo posto nella chiesa di San Francesco (in attesa della Cattedrale) mentre il Carro ritorna verso piazza Vittorio Veneto.

Lì si compie l’ultima parte, non quella religiosa ma quella profana ma molto attesa della festa.

Lo “strazzo” classico del Carro che deve avvenire, nel rispetto della tradizione, in piazza Vittorio Veneto e non prima delle scale di Santa Lucia.

Tre maxischermi per poter vedere la festa da diversi punti, sessanta cavalieri e tanta curiosità che traspare evidente in una città mobilitata e letteralmente concentrata su un elemento catalizzatore unico come la Bruna.

La partecipazione popolare straordinaria di gente che già ieri nel corso della messa e del corteo che ha accompagnato le autorità, i sindaci fino alla Casa comunale ha mostrato l’attaccamento della città a questa festa. Proprio lì risiede, senza ombra di dubbio, la sua vera forza nel riuscire a dispetto delle generazioni che passano e dei cambiamenti che intervengono a coinvolgere collettivamente e con pochissime esclusioni la città in questo evento. Unico. Partecipato collettivo.

Il Carro, simbolo della festa, della processione e dello strazzo finale è per il secondo anno consecutivo opera dell’artista Andrea Sansone. Il tema della carità della Chiesa tanto di moda in questo particolare momento e tanto caro a Papa Francesco costituisce un altro messaggio evidente di una festa che vuole essere anche “illuminante” per la città, al passo con le difficoltà del momento.

«E’ evidente vedere la straordinarietà e l’importanza di questa festa, in modo plastico. Sia sotto un profilo religioso sia civile» ha spiegato il sindaco Salvatore Adduce, «la straordinarietà è segnalata da molti aspetti ma per primo mi permetto di indicare l’importanza in questo 2014 del sessantesimo anniversario di Matera come civitas Mariae».

«Il coinvolgimento delle nuove generazioni in un momento come questo non solo dà impeto alla festa ma ne incrementa il valore. Io auspico che ci possa essere una grande attenzione, come ha ricordato Monsignor Ligorio, verso i tanti e gravi problemi che abbiamo davanti a partire dalla disoccupazione e che questa festa ci porti a tenere un occhio più attento ai problemi economici e alle vecchie e nuove povertà».

p.quarto@luedi.it

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