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STAZIONE di trasferenza o struttura di trattamento dei rifiuti?

Il futuro di la Martella può avere diversi volti, non più però quello della discarica secondo quanto scritto nella delibera che riguarda le direttive per l’attività gestionale residua e che è stata approvata all’unanimità il 2 settembre scorso dalla giunta comunale.
Il tema della discarica, al centro di un dibattito molto ampio, giunge così ad una determinazione forte espressa dall’esecutivo, che dà mandato agli uffici comunali di rielaborare il «Progetto per il perfezionamento di una Via ed una Aia relativa all’avvio della fase di post-gestione per la sistemazione definitiva della discarica».

Resta il tema molto forte dei costi aggiuntivi causati dal trasferimenti in altre sedi dei rifiuti su cui gli effetti della delibera potrebbero produrre aspetti positivi, in termini di risparmio a patto che le azioni da mettere in campo siano realizzate al più presto.

Messi in cantina, dunque, i progetti che prevedevano un ampliamento di 150 mila mq delle disponibilità della discarica e tenuto conto del fatto che «Diverse soluzioni individuate per la soluzione anche provvisoria delle problematiche inerenti il conferimento dei rifiuti non si sono rilevate percorribili per oggettivi impedimenti per la carenza di impiantistica idonea», la struttura del borgo La Martella chiuderà i battenti.

In quell’impianto, secondo quanto deciso dalla giunta comunale, si potrà consentire: «La lavorazione del rifiuto al solo scopo di trattarlo per il successivo conferimento in impianti terzi e di procedere all’individuazione di un soggetto dotato dei requisiti di legge a cui affidare la gestione dell’impianto attraverso procedure di evidenza pubblica».
Il passaggio che chiarisce la posizione del Comune, lascia aperto però il tema dell’adeguamento della struttura in modo tale da consentire il trattamento dei rifiuti, un argomento su cui molto ci sarà ancora da dire.
Nel frattempo Paolo Paladino, storico abitante de La Martella chiarisce la sua posizione: «Bisogna finire di riempire la discarica, non credo che chiuderla in questo momento sia la decisione giusta.
Rischiamo, altrimenti, di produrre percolato a vita.
In altri tempi ho avuto modo di ascoltare alcuni esperti che mi hanno spiegato che prima di chiudere la discarica, si sarebbe dovuto procedere con il riempimento totale».
Nei giorni scorsi durante la riunione dell’Osservatorio regionale sui rifiuti, il caso di Matera era stato affrontato anche alla luce del contesto provinciale e definito «Il più urgente».
Tra i provvedimenti più urgenti da mettere in campo, in quell’occasione, si era parlato dell’impianto di biostabilizzazione estesa che avrebbe dovuto essere migliorato e reso effettivo.

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