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POTENZA – Lo scandalo del concorsone per la selezione dei 50 precario Po Fesr agita le acque della politica. Gianni Rosa di Fratelli d’Italia interviene a gamba tesa: «La selezione di 50 contratti triennali da tecnico del Po Fesr nasce dalla mia mozione, approvata in consiglio regionale il 22 novembre del 2012, secondo cui anche l’affidamento di lavoro a tempo determinato dovesse avvenire con il criterio della selezione pubblica, nel pieno rispetto della trasparenza e della meritocrazia. A pochi giorni dalle elezioni regionali prende il via la selezione, gli esaminandi “magicamente” entrano in possesso delle domande prima di essere esaminati e il concorso salta dopo che la stampa locale pubblica la notizia. E scoppia il caso “concorsopoli” che per la verità non ci sorprende più di tanto essendo da sempre la Basilicata una regione in cui il posto al Palazzo si conquista per affiliazione, parentela, amicizia. Non va infatti dimenticato che i candidati alla selezione annullata sono entrati cinque anni fa nella pletora dei precari della Regione Basilicata con procedure per niente trasparenti. Quasi sempre a chiamata diretta di questo o quel padrino. Non a caso tra i nomi dei precari che avrebbero dovuto fare la prova selettiva molti sono parenti illustri. Mera coincidenza? Cosa accadrà a questo punto? Almeno a sentire Patrizia Minardi, dirigente dell’Autorità di gestione Po Fesr presso cui sono stati impiegati per 5 anni i precari in questione il rischio è che l’ufficio si paralizzi perché entro dicembre andavano sbloccati
60 milioni di euro che invece rischiano di rimanere nei cassetti della Regione. 
Dichiarazione che francamente sembra una giustificazione dell’ultimo momento. Cosa vuole farci credere la Minardi che senza precari l’Autorità di Gestione non lavora? Di certo c’è che il sistema clientelare instaurato dal Partito Regione proprio non vuole piegarsi ai criteri di trasparenza e meritocrazia». 
I segretari generali della Cisl e della Uil di Basilicata, Nino Falotico e Carmine Vaccaro, unitamente ai segretari generali delle federazioni di categoria Cisl Fp e Uil Fpl, Giovanni Sarli e Antonio Guglielmi, precisano che «sulla vicenda della selezione dei 50 assistenti da tempo avevano espresso la loro contrarietà riguardo alla decisione inopportuna della Regione di procedere alla selezione in pieno periodo elettorale. Sempre la Cisl e la Uil – continuano – avevano altresì ribadito la necessità di prorogare per almeno sei mesi i contratti in scadenza il 31 ottobre».
«A tal proposito – dichiarano i dirigenti di Cisl e Uil – le fughe in avanti e la ricerca di primogeniture di qualche sindacato, evidentemente smanioso di protagonismo, non giovano affatto alla causa dei lavoratori e neppure agli interessi dei cittadini e delle imprese lucane. La nostra preoccupazione maggiore, nella malaugurata ipotesi di una mancata proroga dei contratti, riguarda il rischio concreto che la Regione Basilicata possa perdere decine di milioni di euro di fondi europei, assolutamente indispensabili al mondo del lavoro e delle imprese, che faticosamente tentano di uscire dalla crisi».
«Non vogliano neppure sottacere – concludono – il fatto che questi professionisti precari possano ora trovarsi senza un’occupazione dopo una lunga esperienza lavorativa all’interno della Regione e dopo aver sostenuto in passato molteplici prove di selezione».
«È il caso – dice Michele Grieco dell’Idv –  di assumere un impegno politico per porre una demarcazione netta al fine di evitare una prassi che ormai è diventata insostenibile e che non garantisce a tutti i lucani (specie giovani) pari opportunità». 

POTENZA – Lo scandalo del concorsone per la selezione dei 50 precario Po Fesr agita le acque della politica. Gianni Rosa di Fratelli d’Italia interviene a gamba tesa: «La selezione di 50 contratti triennali da tecnico del Po Fesr nasce dalla mia mozione, approvata in consiglio regionale il 22 novembre del 2012, secondo cui anche l’affidamento di lavoro a tempo determinato dovesse avvenire con il criterio della selezione pubblica, nel pieno rispetto della trasparenza e della meritocrazia. A pochi giorni dalle elezioni regionali prende il via la selezione, gli esaminandi “magicamente” entrano in possesso delle domande prima di essere esaminati e il concorso salta dopo che la stampa locale pubblica la notizia». 

 

E così «scoppia il caso “concorsopoli” che per la verità non ci sorprende più di tanto essendo da sempre la Basilicata una regione in cui il posto al Palazzo si conquista per affiliazione, parentela, amicizia. Non va infatti dimenticato che i candidati alla selezione annullata sono entrati cinque anni fa nella pletora dei precari della Regione Basilicata con procedure per niente trasparenti. Quasi sempre a chiamata diretta di questo o quel padrino. Non a caso tra i nomi dei precari che avrebbero dovuto fare la prova selettiva molti sono parenti illustri. Mera coincidenza? Cosa accadrà a questo punto? Almeno a sentire Patrizia Minardi, dirigente dell’Autorità di gestione Po Fesr presso cui sono stati impiegati per 5 anni i precari in questione il rischio è che l’ufficio si paralizzi perché entro dicembre andavano sbloccati 60 milioni di euro che invece rischiano di rimanere nei cassetti della Regione. Dichiarazione che francamente sembra una giustificazione dell’ultimo momento. Cosa vuole farci credere la Minardi che senza precari l’Autorità di Gestione non lavora? Di certo c’è che il sistema clientelare instaurato dal Partito Regione proprio non vuole piegarsi ai criteri di trasparenza e meritocrazia». 

I segretari generali della Cisl e della Uil di Basilicata, Nino Falotico e Carmine Vaccaro, unitamente ai segretari generali delle federazioni di categoria Cisl Fp e Uil Fpl, Giovanni Sarli e Antonio Guglielmi, precisano che «sulla vicenda della selezione dei 50 assistenti da tempo avevano espresso la loro contrarietà riguardo alla decisione inopportuna della Regione di procedere alla selezione in pieno periodo elettorale. Sempre la Cisl e la Uil – continuano – avevano altresì ribadito la necessità di prorogare per almeno sei mesi i contratti in scadenza il 31 ottobre».

«A tal proposito – dichiarano i dirigenti di Cisl e Uil – le fughe in avanti e la ricerca di primogeniture di qualche sindacato, evidentemente smanioso di protagonismo, non giovano affatto alla causa dei lavoratori e neppure agli interessi dei cittadini e delle imprese lucane. La nostra preoccupazione maggiore, nella malaugurata ipotesi di una mancata proroga dei contratti, riguarda il rischio concreto che la Regione Basilicata possa perdere decine di milioni di euro di fondi europei, assolutamente indispensabili al mondo del lavoro e delle imprese, che faticosamente tentano di uscire dalla crisi».

«Non vogliano neppure sottacere – concludono – il fatto che questi professionisti precari possano ora trovarsi senza un’occupazione dopo una lunga esperienza lavorativa all’interno della Regione e dopo aver sostenuto in passato molteplici prove di selezione».

«È il caso – dice Michele Grieco dell’Idv –  di assumere un impegno politico per porre una demarcazione netta al fine di evitare una prassi che ormai è diventata insostenibile e che non garantisce a tutti i lucani (specie giovani) pari opportunità». 

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