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POTENZA – In città  nessuno si aspettava questo risultato. Nessuno a Potenza avrebbe scommesso sulla risalita del Pd, sulla stagnazione del Movimento cinque stelle, sulla raccolta di voti del sindaco tanto criticato. Forse nessuno avrebbe scommesso neanche su un simile astensionismo.

È tutto lì. In uno scenario a cui adesso guardano in tanti: le elezioni regionali, a Potenza, sembrano un po’ prova generale, un po’ trampolino delle prossime comunali. Di qui a poco.

Superata la lunga notte dello spoglio elettorale e smaltiti i commenti della prima ora, a Palazzo di Città lo scenario politico che si delinererà nei prossimi mesi si mescola con le grandi questioni ancora aperte che l’amministrazione (sia quella in chiusura, sia quella prossima) deve affrontare.

Il primo interrogativo è il quando. Con il sindaco Vito Santarsiero appena eletto in consiglio regionale, quando comincerà la procedura di decandenza? I tempi non sembrano poi così brevi.

Mentre il governatore Marcello Pittella, dal suo insediamento  ha pochi giorni per indicare la giunta regionale, la convocazione del primo consiglio regionale ha tempi decisamente più lunghi. È possibile che possa arrivare a pochi giorni dalle festività natalizie.

Ecco perchè la prcedura di decadenza per il sindaco di Potenza potrebbe diventare argomento del dibattito cittadino solo a gennaio.

Per i successivi due mesi Santarsiero potrebbe mantenere entrambi gli incarichi. E quindi anche la discussione politica sul vicesindaco – la figura che poi dovrebbe reggere l’amministrazione – slitterebbe ai primi mesi dell’anno prossimo. Con un solo mese utile, a quel punto, per chiunque si vedrà assegnato l’incarico.

Nel frattempo movimenti e partiti si saranno organizzati già da un po’ per affrontare la sfida elettorale potentina. Il Pd impegnato a mantenere il trend in risalita consegnato dalle regionali; il centrodestra pronto a moltiplicare il risultato di rottura guadagnato soprattutto con Fratelli d’Italia e una squadra molto giovane. E la sinistra? E il Movimento 5 Stelle?

Mentre in tanti cominciano a progettare la corsa, la città si trova però alle prese con diverse questioni urgenti.

Da affrontare a cavallo tra amministrazione in corso e quella futura.

Alle richieste di partecipazione che arrivano dai cittadini (è già in atto un’ipotesi di riforma dei comitati di quartiere, per esempio), si affiancano i temi del centro storico, dello spopolamento, dell’offerta culturale, del legame con l’università.

C’è poi il dibattito sul ruolo di capoluogo: alle trattative che Potenza dovrà intavolare a livello regionale sono legati i trasporti, la perenne emergenza rifiuti, alcuni cantieri aperti.

Tra le certezze a cui la futura amministrazione andrà incontro, c’è il debito non sanato, che piegherà ancora a lungo la spesa corrente.

Una rata mutuo nata dal dissesto che rende insufficienti i fondi per quei servizi che fanno di un luogo una città.

 

QUESTIONI APERTE

–         L’elezione del sindaco Santarsiero in consiglio regionale  accende  i riflettori sulla prossima reggenza del vicesindaco:  ma i tempi per far quadrare l’equilibrio non sono brevi

–         Le elezioni comunali sono vicine e la città di Potenza – il suo ruolo di capoluogo, soprattutto – dovrebbe essere al centro del dibattito politico da qui alla primavera

–         La città è al centro di un bacino che vive il sistema dei rifiuti come una continua emergenza: impianti privati, trasporti costosi, inchieste e un equilibrio precario tra strutture e quantità da smaltire

–         Entrato in vigore il nuovo piano d’esercizio del trasporto, sul tavolo del Municipio ci sono ancora aperte le questioni della qualità e del bando per l’affidamento del servizio

–         Al centro storico (al bisogno dichiarato di volerlo rivitalizzare) sono legate viabilità, spopolamento, tempo libero, offerta culturale, tessuto commerciale, contenitori vuoti

–         Il Nodo complesso del Gallitello è ancora un’incompiuta. Tra vicende giudiziarie e carenza di fondi, i lavori dell’opera di viabilità più grande della città sono fermi da tempo

–         Rispetto alla cifra iniziale il debito storico è stato abbattuto, ma fino al 2018 la città dovrà pagare una rata mutuo che rende insufficiente la spesa corrente, destinata ai servizi

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