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POTENZA – Erano già pronti a festeggiare un altro Natale, sicuri di poter continuare a contare sullo stipendio che, da circa 26 anni, portano a casa.
«Alle 13 – raccontano – sembrava andasse tutto bene. Sembrava che la commessa si potesse rinnovare. Alle 19 del 24 dicembre, invece, eravamo senza certezze».
Sono 65 i posti di lavoro a rischio, 30 nel Potentino, 35 nel Salernitano. Telecom non ha rinnovato la commessa e i tecnici della Sielte ora potrebbero restare senza lavoro. Sono lì, a lavorare, fornendo il servizio da più di 20 anni. Qualcuno quasi da 30. E ora, mentre qualcuno magari già pensava che finalmente la pensione si stava avvicinando, ecco la cattiva notizia. E sotto le feste, «perchè nessuno avesse il tempo di reagire».
Un altro pezzo che si perde, l’ennesimo in questa regione. Circa due anni fa la stessa azienda – ma con sede a Matera – lasciò a casa i dipendenti. Ora, la situazione si ripropone, identica a Potenza. «E la nostra paura – spiegano – è che facciamo la stessa fine dei colleghi di Matera».
Cosa è accaduto a Matera? E’ accaduto che alcuni sono stati licenziati, altri sono rimasti a lavorare con la nuova azienda che è subentrata alla Sielte. La stessa – sembra – che oggi vuole acquisire anche il territorio di Potenza. «E a condizioni di lavoro inaccettabili, sicuramente peggiorative».
La nuova azienda sembra abbia avuto la commessa al 40% di ribasso. Nulla di ufficiale certo, i sindacati sono ancora in trattativa con Telecom per cercare di salvare i posti di lavoro. Ma è chiaro che le condizioni messe in campo potrebbero cambiare: situazione di lavoro, orario e soprattutto stipendi. Le professionalità, per quanto elevate, sembrano ormai contare poco. La scelta si fa dove ci sono risparmi e profitto, è la legge del mercato. Così se c’è un’azienda che offre un prezzo minore, la scelta è subito fatta. Il resto è una condizione collaterale.
«Ma come faranno a garantire – si chiedono i lavoratori – i nostri stessi interventi a un prezzo così ribassato? Non c’è una grande alternativa: o riducono al minimo gli stipendi o non fanno gli interventi. Che, tra l’altro, il nostro è anche un territorio molto particolare. E finora non ci sembra che Telecom abbia mai avuto da ridire sulla qualità del nostro lavoro».
Tanti professionisti, tecnici qualificati che da anni fanno solo questo. Ma se un grosso gruppo aziendale – quale è Telecom – ti toglie la commessa, c’è poco da rivendicare la qualità del proprio lavoro.
Una visione cieca. Che porterà questa regione, questo Paese, a morte lenta. Perchè se le professionalità non esistono più, se le capacità non hanno più un prezzo (se non al ribasso, sempre al ribasso), a breve ci ritroveremo tutti più poveri.
I tecnici sotto la pioggia, con gli ombrelli aperti, sembrano volersi riparare da un futuro grigio come il cielo che copre il capoluogo. Guardano dentro la sede della Telecom di via Nazario Sauro, in attesa che i sindacalisti escano, comunicando loro quale sarà il loro futuro da domani.
«Abbiamo notizie ufficiose, non ufficiali – dicono i tecnici – Finora nessuno ci ha comunicato nulla». E in attesa di risposte si aspetta lì fuori al freddo. «Siamo disposti ad andare a Roma, a manifestare sotto il Ministero, mica ci fermeremo qui», ribadiscono. Per il momento aspettano, con gli ombrelli aperti sotto la pioggia.

LA RISPOSTA DI TELECOM Telecom Italia ci tiene a precisarlo: in questa vicenda non c’è stato nulla di anomalo, anzi sono state seguite tutte le procedure. «In prossimità della scadenza dei contratti di appalto, vigenti in tutta Italia – si legge in una nota ufficiale – Telecom ha indetto, nel rispetto delle normative in materia di gare e appalti, nuove gare. Riguardo la provincia di Potenza e alcune zone della provincia di Salerno, la Sielte non è risultata vincitrice della gara in questione, vinta invece da una nuova ditta che subentrerà nello svolgimento delle commesse stabilite da parte della stessa Telecom Italia». «E’ vero – replica Anna Russelli, Flc Cgil – su questo hanno ragione. Ciò che non spiegano, però, sono le condizioni che sono state proposte. Ciò che noi sindacati vorremmo evitare è il proliferarsi del lavoro a nero e senza nessuna tutela contrattuale per questi lavoratori, come è avvenuto in molte circostanze in questi ultimi anni sul nostro territorio. E vorremmo ricordare a Telecom che la committente é garante della commessa data alle aziende e che queste devono applicare il Contratto nazionale di lavoro delle Telecomunicazioni».

a.giacummo@luedi.it

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