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MOLTI dicono che il sogno di ogni artista è concludere la propria vita sul palcoscenico. Ma se questo momento da “unico” diventa una corsa alla condivisione senza filtri in rete probabilmente assume un valore diverso. Che di unico non ha più nulla. Va bene la voglia dei numerosi fans che Mango aveva in tutta la Penisola di “condividere” anche quest’ultimo drammatico momento di vita del proprio beniamino, ma il limite tra la “compassione” (nel senso etimologico del termine di soffrire insieme) e il voyerismo diventa davvero labile. E così dopo che il video del malore di Mango, mentre intonava “Oro” al PalaErcole di Policoro, comincia a fare il giro della rete ecco levarsi le voci indignate dei tanti, a partire dal presidente dell’Ordine dei giornalisti Enzo Iacopino, che, almeno di fronte alla morte, avrebbero voluto ci si fermasse un passo prima. Il diritto di cronaca è una cosa, la spettacolarizzazione della morte è altra faccenda. Fa bene allora l’ex direttore del Conservatorio Duni Saverio Vizziello a suggerire di non pubblicare il video di Mango del tragico momento, ma le sue bellissime canzoni e la sua voce unica e stupenda.

mar.aga

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