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LAMEZIA TERME – Sono state rese note le motivazioni con le quali la Corte di Cassazione, il 27 febbraio 2014, ha assolto in via definitiva Luigi Mercurio, Antonio Grandinetti (nella loro qualità di assessori del Comune di Nocera Terinese all’epoca dei fatti contestati) e Domenico Bruni (comandante della polizia municipale di Nocera Terinese). E’ stato lo stesso procuratore generale, Giuseppe Volpe, accogliendo con ciò integralmente le richieste del collegio difensivo costituito dall’avvocato Fernanda Gigliotti per Luigi Mercuri e dall’avvocato Michele Manfredi Gigliotti per Antonio Grandinetti e Domenico Bruni, che ha chiesto alla sesta sezione penale della suprema Corte di Cassazione presieduta da Tito Garriba, di annullare senza rinvio perché il fatto non sussiste e con revoca delle statuizioni civili, la sentenza della Corte d’Appello dell’11 dicembre 2012. 

Nelle motivazioni della sentenza si legge che la Cassazione, pur condividendo la decisione della Corte di Appello di Catanzaro circa l’insussistenza in fatto e in diritto del reato di peculato originariamente contestato, ha però duramente censurato la conclusione della Corte di Appello laddove ha ritenuto che, comunque, i fatti contestati avrebbero integrato il delitto di abuso di ufficio, benché prescritto. Tale tesi secondo la Suprema Corte è inficiata addirittura da un «errore di prospettazione in diritto», essendo la conseguenza di «una erronea valutazione del costituire i fatti contestati il reato di abuso di ufficio» che renderebbe la relativa motivazione «assai carente sulle circostanze di fatto che fonderebbero l’illecito». Conclude la Corte Suprema che la sentenza impugnata «travisa il contenuto della norma penale di cui all’articolo 323 c.p. riconoscendole il contenuto di generica sanzione dell’errore amministrativo». 
Una sentenza di assoluzione piena, quindi, che per l’avvocato Fernanda Gigliotti – «ristabilisce la verità dei fatti e l’onorabilità delle persone coinvolte e che evidenzia l’assoluta correttezza del comportamento di Luigi Mercuri, di Antonio Grandinetti e di Domenico Bruni nello svolgimento delle loro funzioni. Si pone con ciò fine ad un lungo ed ingiusto calvario processuale che ha segnato profondamente non solo la vita delle persone coinvolte nel procedimento, ma che ha fortemente condizionato i risultati elettorali e gli assetti politici ed amministrativi nel comune di Nocera Terinese degli ultimi 14 anni. Tutto ebbe inizio, infatti, nel 1999/2000, da una indagine interna condotta dall’allora commissario di governo, Sebastiano Cento, diretta a verificare la corretta tenuta della contabilità dell’Ente. Dalle indagini e dal processo, tuttavia, rimasero stranamente esclusi – conclude l’avvocato Gigliotti – i responsabili amministrativi e funzionali della tesoreria e della contabilità». 
Nel primo grado di giudizio, Domenico Bruni era stato condannato a due anni e due mesi e ad un anno ciascuno gli ex assessori Antonio Grandinetti e Luigi Mercurio. I tre imputati furono giudicati con il rito abbreviato dal gup di Lamezia a luglio del 2009 dopo essere rimasti coinvolti nella tempesta giudiziaria abbattutasi sul Comune di Nocera Terinese nel 2000, tutta riconducibile a somme provenienti dalle multe, Tosap e sanzioni su violazioni edilizie, che sarebbero state intascate dagli amministratori comunali dell’epoca e dal comandante dei vigili urbani.
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