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POTENZA – Una città spogliata di ogni servizio. E di ogni possibilità, checchè se ne dica, di risalire la china. Almeno non nei prossimi cinque/dieci anni. Perchè le cifre del dissesto – e i relativi “sacrifici” che si chiederanno a breve ai cittadini – sono di quelle che non lasciano troppo spazio alla speranza.
Nel 2015 si calcola una riduzione della spesa corrente di circa 24 milioni di euro a cui andranno aggiunti gli 8 milioni di ammortamento del disavanzo 2014. Significa che la città dovrebbe tagliare circa 32 milioni di euro quest’anno. Dove tagliare? Praticamente dovunque. In particolare nei servizi ai cittadini. Già notevolmente insoddisfacenti prima, per la verità. Ma che fra qualche mese saranno pressocchè nulli.
Ma partiamo con ordine. Nel Bilancio del capoluogo ci sono delle spese che non si possono toccare. Parliamo dei vari mutui contratti dal Comune e che rappresentano una spesa fissa “non comprimibile”. Il mutuo 2014 è pari a 12 milioni di euro; quello 2015 è di 3 milioni di euro. C’è poi la spesa per il personale, anche quella non intaccabile: 24 milioni di euro. In tutto 39 milioni di euro che volenti o nolenti devono uscire.
Poi c’è il fronte delle entrate: per il 2014 sono state accertati poco più di 62 milioni di euro. E ci sono le entrate non accertabili, 8 milioni. In tutto tra accertato e da accertare circa 70 milioni di euro.
Quindi quando arrivano i soldi delle tasse – facciamo proprio il calcolo della massaia – da 70 milioni devo subito togliere i 39 di spese intoccabili. A cui, per il 2014, vanno aggiunti altri 36 milioni di spese legate a settori quali i rifiuti, i trasporti, le pulizie, la manutenzione delle scuole e del Tribunale e la Vigilanza. Servizi esternalizzati e che hanno un costo notevole sul Bilancio. Una nota va fatta: il Comune di Potenza solo per il Tribunale (tra pulizia, vigilanza e manutenzione) spende più di 2 milioni e 200.000 euro. Una spesa che un Comune come il nostro davvero non si può permettere.
Si conta, comunque, di ridurre questi servizi tutti del 50%. Ciò significa passare dai 36 milioni attuali a poco più di 10 milioni di euro.
Ci sono poi una serie di servizi offerti ai cittadini in tempi normali e che, nei prossimi mesi dovremo dimenticare. Verranno completamente cancellate le spese relative alla mensa scolastica (797.000 euro). Niente più mensa, quindi, che significa anche un centinaio di posti di lavoro in meno e un intero indotto che salta. Verrà chiuso un altro dei luoghi simbolo della città, la piscina comunale di Montereale. Il servizio, al netto degli incassi previsti, costa 128.000 euro. Quindi si chiude. E salteranno anche qui tanti posti di lavoro, oltre che un servizio soprattutto ai più giovani. Come la piscina verranno chiusi tutti gli impianti sportivi cittadini: costano 523.000 euro, quindi si elimina ogni possibilità di fare sport in città, a meno che non ci si rivolga a strutture private. Ciò significa creare un ulteriore squilibrio tra ricchi e poveri della città. I figli dei meno abbienti – l’assoluta maggioranza a questo punto – si potranno dimenticare le palestre. E – prevediamo – questo porterà anche grossi problemi alle squadre che in questi impianti si allenano o disputano gare: bisognerà trovare e affittare spazi altrove, con costi ovviamente più alti per tutti. Al momento non sappiamo se nel taglio sia compreso anche il “Viviani”, ma non è da escludere a questo punto, essendo a tutti gli effetti un impianto comunale.
Tagli del 16% sono previsti poi all’illuminazione pubblica (192.000 euro in meno); del 25% del gas (250.000 euro in meno); del 10% alla telefonia fissa (13.800 euro in meno). Salteranno anche 240 Sim – chissà a chi erano state assegnate! – per un risparmio di circa 14.000 euro.
Eliminare mensa scolastica e tutto lo sport in città dovrebbe portare a un risparmio di poco più di 2 milioni e duecentomila euro.
Lacrime e sangue che non porteranno certo la città a “respirare meglio”. Sì, perchè tra un taglio e l’altro, nel 2015 si prevede una riduzione della spesa di circa 15 milioni di euro. A cui, a voler essere generosi, si potrebbero aggiungere altri 5 milioni circa di possibili nuove entrate (dovute alla tassazione stellare). Quindi, togliendo questi possibili 20 milioni al disavanzo di 32 milioni, resta comunque un ulteriore squilibrio: 12 milioni di euro. Ovviamente l’aiuto della Regione sarà inevitabile oltre che essenziale, ma è davvero difficile essere ottimisti.

a.giacummo@luedi.it

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