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POTENZA – La notizia di qualche giorno fa è che la provincia di Potenza ha conquistato il primo posto per accedere ai finanziamenti del Miur per l’adeguamento degli istituti scolastici. Seicentomila euro per l’Istituto professionale per l’agricoltura “G. Fortunato” e l’Itc “Leonardo Da Vinci” a Potenza. Questo dimostra che comunque si continua ad investire sulla sicurezza degli edifici scolastici. E a guardare le schede preparate da Legambiente si vede anche che da cinque anni a questa parte il lavoro sul fronte degli investimenti c’è stata. È vero che solo il 58% degli edifici ha potuto godere di manutenzione, ma è altrettanto vero che la media sulla manutenzione straordinaria per ogni singolo edificio scolastico si aggira sui 16mila 667 euro. Se si guarda invece agli utlimi cinque anni, tenendo sempre conto dei fondi stanziati in media per ogni singolo edificio, si sale a  27mila 099 euro.

Le cifre si abbassano sulla manutenzione ordinaria, che costa in media settemila euro e non si discosta poi tanto dalla media annua per ogni singolo edificio (la variazione è di 200 euro in più in cinque anni). Questo dimostrerebbe comunque che il piano scolastico regionale e provinciale ha comunque un obiettivo. E non è da sottovalutare neanche l’approvazione di un finanziamento di 35 milioni di euro destinato all’adeguamento sismico di 101 edifici distribuiti su tutto il territorio regionale. La notizia fu data ad ottobre, subito dopo la delibera del Cipe numero 88 del 2012, che di fatto ha concesso i soldi dal Fondo per lo sviluppo e la coesione 2007/2013. E tutti gli interventi riguardano adeguamento e miglioramento delle norme antisismiche, il miglioramento dell’accessibilità e l’abbattimento delle barriere architettoniche. In alcuni casi invece il finanziamento riguarda il completamento stesso dell’edificio. Il concetto è chiaro e forse nel 2014 sia Potenza che Matera scaleranno ulteriori posti nella classifica di Legambiente. Gli unici due punti sui quali lavorare subito riguardano il sistema della raccolta differenziata e  un piano di alimentazione energetica che tenga conto delle fonti rinnovabili. Insomma, da fare c’è ancora molto ma la Basilicata non è in una posizione svantaggiata da questo punto di vista. Non è solo una questione di classifiche ma soprattutto di sicurezza, e su questo non c’è investimento che tenga, la strada da seguire e una sola: stanziare.

v. p.

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