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MATERA – Con un’epoca così difficile da accettare, per progettare il futuro, forse è meglio essere visionari. E i visionari, si sa, spesso hanno costruito fortezze che hanno resistito nel tempo.  E’ questo lo spirito con cui 150 ragazzi da tutto il mondo, fino a domenica , si incontreranno  a Matera, dopo averlo già fatto a Strasburgo e Bruxelles per costruire idee, programmi,  tutto ciò che ci porterà nel futuro nelle migliori condizioni possibili.  

Sono gli edgeryders del progetto “Living on the edge” e  hanno scelto la città dei Sassi e  la sede del progetto UnMonastery, nel complesso del Casale, come laboratorio creativo.  Dalla architettura, alla scrittura, dal design fino alla ricerca storica e antropologica, toccherà a loro insieme ai componenti del Comitato Matera 2019  dar vita ad un’esperienza che potrebbe diventare modello europeo. 

Se ne è parlato ieri nel corso della conferenza stampa che ha aperto il primo progetto di resilienza di Matera.  Ci sono ragazzi inglesi, rumeni, irlandesi che nella vita di tutti i giorni sono impegnati in settori differenti, dall’arte al sociale e che da ieri si interrogheranno in città sul futuro nell’era digitale. Per loro un’esperienza nella quale credono profondamente e che li ha portati, a loro spese, in una città che solo in pochi conoscono ancora.  Nei prossimi giorni i ragazzi voglioni incontrare i cittadini e con loro ricostruire piccoli episodi della storia di famiglia. Un metodo che si spiega bene nelle parole del loro coordinatore, Bembo Davies: «In questa idea c’è energia, sa di buono ed è poeticamente corretta». Paolo Verri del Comitato Matera 2019 ha ricordato: «Crediamo in una città fortemente internazionale con la visione del futuro». Il programma sarà particolarmente intenso, già da oggi con lezione  di yoga e proseguirà con aggiornamenti e lezioni di progettualità, deisgn, e con un pasta party in cui si preparerà da mangiare per 200 persone. A stomaco vuoto non si progetta bene.

a.ciervo@luedi.it

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