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NERO carbone (il cielo, prima). Bianco latte (la Luna, prima). Bianco perla (la Luna, nel primo velo d’ombra). Rosso sangue (la Luna, durante). Bianco perla (la Luna, nell’altro velo d’ombra). Bianco latte (la luna, dopo). Nero che sta per arrendersi all’aurora (il cielo, alla fine).
Eh sì: Luna rossa. Il conflitto eterno di Luce e Tenebre – che è anche motore del divenire – si prepara a scolpire uno spettacolo indicibile, negli occhi di chi abbia volontà e desiderio sufficienti a spezzare, nel suo culmine, la giornaliera pausa dall’esistenza. Stanotte. Quando il calendario segna da poco la data del 28 settembre 2015, la luna piena è al perigeo (a 356. 876 km dalla Terra, 28 mila in meno della distanza media) con eclissi totale visibile anche dall’Italia.
La fase di penombra ha inizio alle 2:11 (ora locale = T.U. + 2h) e l’uscita, dall’altra parte del ‘velo’, arriva dopo oltre 5 ore, alle 7:23. Il cuore, invece, ovvero la fase di occultazione vera e propria, va dalle 4:11 alle 5:23. Nel segno dei Pesci. È molto bello, il mondo, a quell’ora. Sa di Verità.
Legittima, la domanda: perché, quando la Terra si interpone perfettamente fra Sole e Luna quest’ultima diventa rossa anziché farsi nera e, dunque, invisibile?
Il fatto è che la luce è meno prevedibile di quanto si possa immaginare. Ha sinuosità e sensualità, nel suo muoversi, soprattutto in un incontro. È femmina. È bella. E così, lo stesso fenomeno (rifrazione) che spezza i bastoni immersi in acqua e fa vedere, a debita distanza, finte pozzanghere sull’asfalto quando il sole scotta, provvede a dipingere Selene per il nostro sguardo. È facile, da comprendere, questa magia: l’atmosfera terrestre diffonde le sue onde più strette e vivaci (quelle che vediamo azzurre – ed è per questo il cielo ha quel colore); le più larghe e deboli, invece, passano quasi senza sforzo (come pure fanno attraverso le palpebre chiuse quando si è sdraiati supini al mare e si vede rosso). Dunque, accade che la Luna riceva, se il Sole non può averla, i raggi lasciati andare via dall’aria alta che ci circonda – tinti di sangue – e li restituisca, più deboli ma intatti. Quel che vediamo, un po’ ha a che fare con noi stessi. In ogni caso. Ovunque.

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