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MATERA – L’Europa può “usare” le Capitali della cultura a condizione che la comunicazione sappia fare tesoro delle singole esperienze e trasformarle in sinergia operativa.
La rete dei comunicatori delle città scelte per rappresentare la cultura europea, che avrà il suo battesimo proprio a Matera, dovrà indicare strumenti e modalità che oggi più che mai non possono sottovalutare il ruolo dei social media.
E’ uno degli aspetti emersi ieri nel corso della giornata di studio a porte chiuse promossa dal Comune di Matera che ha riunito i rappresentanti di città come Plovdiv (Capitale nel 2019 come Matera), La Valletta (2018), San Sebastian (2016), Leuwaarden ( 2018) e Umea (2014).
Per tutti loro un fischietto in terracotta e l’opportunità di confrontare i meccanismi di comunicazione.
Uno degli aspetti più importanti è legato, ad esempio, al rapporto con le nuove generazioni, quelle digitali che nel 2019, come ha sottolineato Paolo Verri, direttore del Comitato Matera 2019, avranno 18 anni.
Il lavoro sinergico si dovrà sviluppare in modo orizzontale, concentrando le esigenze di città che quest’anno si confrontano con il riconoscimento e sono in fase di organizzazione dei team, con quelle che hanno già lavorato in questo senso e infine con le realtà che si apprestano a diventare capitali europee della cultura.
Le smart city e la loro collocazione in luoghi che si trovano geograficamente in territori difficilmente raggiungibili, rappresentano una vera e propria sfida attorno alla quale è necessario individuare metodi di lavoro, promozione e valorizzazione che valgano anche per la reatà più conosciute.
Da Ravenna a Umea, da San Sebastian Plovdiv, ieri il confronto si è allargato prendendo in considerazione le singole esperienze e confrontandole con quelle che, ad oggi, sono il patrimonio sul quale basarsi.
I lavori materani condurranno ad una rete fra le città e alla nomina di un segretario che durerà in carica tre anni.
Gli incontri, infatti, diverranno periodici e svilupperanno un lavoro affidato a un panel collettivo.
I lavori proseguiranno oggi, con un incontro a porte aperte sempre in Mediateca, a partire della 9,30 nel corso del quale verranno tracciate le linee guida lungo le quali si lavorerà nei prossimi anni e che approfondiranno aspetti come quello della piattaforma europea che comunicherà la cultura.
Resta al centro del dibattito la concezione di informazione non solo istituzionale ma più in generale pubblica e di respiro internazionale alla quale sono chiamate tutte le comunità europee e in particolare quelle che le dovbranno rappresentare.
Il vero lavoro, in fondo, comincia da qui e dallo sguardo che deve partire dal basso e raggiungere in un percorso a tappe, i livelli più alti.

a.ciervo@luedi.it

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