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Franco Roberti è il nuovo procuratore nazionale antimafia. Lo ha nominato il plenum del Consiglio superiore della magistratura con 20 voti a favore. Roberti, procuratore capo a Salerno, ha prevalso al ballottaggio sull’altro candidato, il capo della Procura di Bologna Roberto Alfonso. A favore di Roberti hanno votato il vicepresidente del Csm, Michele Vietti, il primo presidente e il procuratore generale della Corte di Cassazione, Giorgio Santacroce e Gianfranco Ciani, tutti i consiglieri togati di Area e di Unicost, gli indipendenti Aniello Natti e Paolo Corder, i laici di centrosinistra, il togato di Magistratura indipendente Alessandro Pepe e il laico del Pdl Bartolomeo Romano. Sei voti sono andati invece a Roberto Alfonso: quelli dei quattro laici di centrodestra Albertoni, Marini, Palumbo e Zanon, e di due togati di MI, Racanelli e Virga. Al termine della votazione, il vicepresidente Vietti ha espresso al nuovo procuratore antimafia, che prende il posto di Piero Grasso, gli auguri di buon lavoro. Franco Roberti si insedierà entro il 10 agosto alla guida della Procura Nazionale Antimafia. Il magistrato era nel suo ufficio salernitano quando ha ricevuto la comunicazione dal Csm. Per anni aggiunto a Napoli e coordinatore della Direzione distrettuale antimafia partenopea, era stato trasferito a Salerno nel pieno dello scontro tra la procura campana e quella di Catanzaro dopo l’inchiesta ‘Why not’. «Preferisco insediarmi prima e poi stilare un programma sul quale lavoreremo in futuro», dice. «Credo ci sia da riprendere – aggiunge – un percorso già tracciato dai miei predecessori, naturalmente tenendo conto dell’evoluzione della criminalità organizzata ha registrato in questi anni». Roberti ringrazia il Csm per il voto i colleghi «che negli ultimi dodici anni a Napoli e poi a Salerno mi hanno accompagnato in un percorso professionale» e ribadisce di voler «rilanciare l’azione importante della Procura nazionale nel solco già tracciato dai miei predecessori. Confrontandomi poi con le nuove sfide della criminalità organizzata transnazionale, dei mercati globalizzati, dei mercati finanziari offshore e dei traffici di droga, rifiuti e purtroppo essere umani con l’unica arma della legge e della organizzazione». Essere il successore di Piero Grasso, conclude, «è una grande responsabilità e una sfida per me stesso. Confrontarmi con grandi magistrati ed essere alla loro altezza non sarà facile, ma io cercherò di farlo».

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