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COSENZA – L’ora X è scattata. Oggi si vota. E gli elettori sono, dunque, chiamati alle urne. Alcuni, però, pur volendo recarsi nel seggio del proprio Comune di residenza, non possono farlo. Il motivo? La lontananza, che spegne i fuochi piccoli e, per rimanere in tema, ostacola i fuorisede nell’esercitare quello che per la Costituzione si chiama «diritto-dovere».

Per ovviare a questa situazione, tra l’altro alla base del cosiddetto astensionismo involontario, l’associazione calabrese “Nova”, nelle scorse settimane, ha lanciato una campagna ad hoc. Per la precisione, una raccolta fondi – avviata sulla piattaforma web “Gofundme” e terminata il 15 settembre -, con lo scopo di permettere ai tanti giovani distanti da casa di tornare e, pertanto, di votare. Nella specie, le risorse ricavate, e anche usufruendo delle scontistiche poste in essere dalle compagnie di viaggio, “Nova” le ha messe a disposizione per il pagamento dei mezzi (treni o aerei) per l’agognato ritorno.

VOTO DEI FUORISEDE E BIGLIETTI GRATIS

«Così abbiamo effettivamente fatto – spiega il presidente dell’associazione, Matteo Petramala – Ma i biglietti li abbiamo acquistati soltanto per cinque persone». Solo cinque? «Sì – continua Petramala -, e non perché non abbiamo raccolto abbastanza fondi: ce ne avanzano anche e li utilizzeremo per cause di beneficenza».

A fronte, insomma,  di un’iniziativa assai lodevole – nata dai giovani per i giovani e ispirata da principi di solidarietà civica -, il risultato non può che essere deludente. Parla, come a dire, di una certa indifferenza di chi in queste ore può contribuire, con la sua scelta, a rinnovare Camera e Senato.

«Io – dice Matteo Petramala – la leggerei, questa cosa, in maniera diversa. Non è ignavia, non è disinteresse. È che – puntualizza la guida del collettivo -, con molta semplicità, si vorrebbe tornare a votare. Ma non c’è proprio la possibilità, pratica, di farlo: a volte gli orari lavorativi o altre problematiche “tecniche” non consentono gli spostamenti. Ecco perché – termina – tutto torna. Sottesa alla nostra iniziativa, infatti, oltre alla concreta volontà di aiutare i fuorisede, c’era e c’è pure quella di sollevare un problema troppo spesso dimenticato, non considerato».

VOTO DEI FUORISEDE, MANCA UNA LEGGE CHE LO GARANTISCA

Petramala, più in particolare, si riferisce «alla mancanza di una legge che consenta di esercitare il diritto di voto anche all’interno del proprio Comune di domicilio». «Tutto questo silenzio – sottolinea il giovane di “Nova” – è assordante. Credo e crediamo sia davvero impensabile che, ancora nel 2022, tutto ciò non sia possibile». I ragazzi dell’associazione («Un gruppo – dice sempre Petramala – che vuole creare bellezza e risvegliare le coscienze dei calabresi e non solo») chiedono, pertanto, una riforma dello status quo. «In Italia – dichiara il presidente del collettivo – ci sono oltre 5milioni di persone che, per l’appunto per motivi di studio o di lavoro, vivono la situazione di non poter votare: dinnanzi all’assenza di una normativa che gli “conceda” la possibilità di esprimere la propria preferenza, vengono, di fatto, private del diritto di cui sono titolari. Vorremmo – prosegue – che, così, venisse scritta un’altra storia».

Una storia che, da tempo, anche il collettivo Valarioti, con la rete “Voto sano da lontano”, ha e sta provando a cambiare. A cambiare, si diceva, pure di recente, annunciando d’aver «chiesto ai segretari di partito un impegno formale ad approvare una legge sul voto ai fuorisede, entro sei mesi dalla nascita del prossimo governo».

GIUSTO VOTARE NEL PROPRIO DOMICILIO

Perseveranti e tenaci, in altre parole, i giovani che sposano questa battaglia. Cosa accadrà? «Non lo sappiamo – conclude Matteo Petramala di “Nova” – Ma speriamo realmente che nel prossimo futuro chi abita a Bolzano (del resto, i cinque biglietti che abbiamo coperto con la nostra raccolta non riguardano solo “viaggiatori” calabresi, ma provenienti da tutta Italia) possa essere messo nella condizione di votare proprio a Bolzano e non di dover “scendere” in Sicilia per poterlo fare». Intanto, anche quest’anno la maggior parte dei fuorisede voterà un’altra volta. 

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