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Il Comitato anti-discarica di Casignana ha scattato alcune foto del letto del corso d’acqua Rambotta, cinquecento metri verso il mare, a valle del sito di stoccaggio, che ritraggono delle strisce di liquido marrone che segnano la sabbia chiara sul fondo del torrente. Foto che si aggiungono ad altre scattate in precedenza: della primavera di quest’anno e della scorsa estate, come pure della primavera 2010. Si tratta di percolato che proviene dalla discarica di contrada Petrosì. Già qualche giorno fa Antonio Pratticò, uno dei membri del Comitato, aveva reso noto tramite il social network facebook che il percolato continuava a scendere verso valle, chiedendosi anche quando questo scempio sarebbe finito. Torna così ad alzarsi la voce dei membri del gruppo dopo le esternazioni a seguito dell’operazione “Black Garden” che ha portato agli arresti del sindaco Pietro Crinò; di suo fratello, l’ingegnere Antonio Crinò, responsabile tecnico della Zetaemme, l’azienda che gestisce la discarica; di Giuseppe Saverio Zoccoli, socio della Zetaemme; e dell’architetto Massimo Lafronte, direttore dei lavori per l’ampliamento del sito di stoccaggio.
Intanto l’unica certezza sull’operazione “Giardino Sporco” è la revoca del provvedimento nei confronti di Stefano Tallariti, l’operaio coinvolto nell’inchiesta e precedentemente sottoposto a obbligo di dimora. Il giudice per le indagini preliminari di Reggio Calabria, Antonino Laganà, ha infatti pienamente accolto l’istanza degli avvocati Rocco Tallarita e Caterina Condemi e ha disposto il reintegro alle mansioni di pesatura dei rifiuti solidi urbani presso la discarica; l’operaio quarantenne, già nei prossimi giorni, potrà riprendere quindi il suo posto di lavoro. Prossimamente invece, martedì 20 probabilmente, sempre il gip Laganà, che ha terminato gli interrogatori di garanzia degli indagati, si esprimerà sui termini del rinvio a giudizio. Continua però, stando alle foto rese note dal Comitato, l’inquinamento ambientale a causa della fuoruscita del percolato dalla discarica. La gestione dell’impianto, dopo il terremoto giudiziario, e la conseguente sospensione, da parte del prefetto Varratta, di Pietro Crinò dalle funzioni di sindaco, è passata nelle mani del commissario straordinario per l’emergenza rifiuti, l’ex questore Vincenzo Speranza, fresco di nomina. Per il medesimo ruolo, all’indomani del fermo del primo cittadino del comune pre-aspromontano, era stato fatto anche il nome di Graziano Melandri, ex commissario regionale per l’emergenza rifiuti, interdetto dai pubblici uffici perché coinvolto nell’inchiesta riguardante la discarica di Alli, in provincia di Catanzaro, insieme ad altre dieci persone, tra cui l’assessore regionale all’Ambiente Franco Pugliano.

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