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Dal generale della Guardia di finanza Graziano Melandri, al questore Vincenzo Maria Speranza (nel riquadro). Manca solo l’ufficialità per il nuovo ruolo affidato all’ex capo della Polizia Reggina, ma il presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Monti, darà il via libera in queste ore al nuovo commissario per l’emergenza rifiuti in Calabria. Un nome che sarebbe stato suggerito al capo della Protezione civile, Franco Gabrielli, direttamente dal governatore Giuseppe Scopelliti, che conosce bene l’alto funzionario di Stato che ha guidato la Questura di Reggio Calabria nei primi anni della sua esperienza da sindaco nella città dello Stretto.
Si riparte dall’ex questore, che in questi ultimi anni ha guidato la Polizia a Bari prima di andare a riposo. Una figura che, nell’idea della Protezione civile nazionale, dovrebbe garantire trasparenza e legalità. Restano da capire i contenuti del decreto di nomina a firma di Monti. Soprattutto rispetto ala durata dell’incarico, dal momento che gli ultimi incontri hanno sancito la chiusura dell’Ufficio emergenziale al 31 dicembre prossimo, mentre per il nuovo anno resteranno solo le attività di chiusura delle pratiche già avviate.
Quindi, occorrerà capire se il decreto sarà fino alla fine dell’anno, oppure permetterà di procedere anche nella gestione ordinaria prevista per il 2012. Nella prossima settimana, invece, il passaggio di consegne ufficiale tra Melandri e Speranza.
E saranno numerosi i problemi che dovrà affrontare a partire dalle condizioni delle discariche in funzione, come, ad esempio, Casignana, affidata proprio all’Ufficio emergenziale dopo il sequestro di giovedì; Pianopoli, con il suo sistema altalenante legato alle condizioni del tempo; Sambatello, costretta anch’essa a fare i conti con i disagi del maltempo. E la difficile situazione di Alli di Catanzaro, ancora sotto sequestro, chiusa perché satura e dove si aggiungono nuove preoccupazioni. Nelle ultime ore, infatti, sono emersi evidenti i segni di cedimento di alcune zone della discarica. Piccoli smottamenti che si aggiungono ad un fronte frana già attivo vicino all’area interessata dai lavori di ampliamento. Senza dimenticare la “partita” ancora aperta sul fronte della gestione, con il Comune che pressa per avere il via libera a occuparsi direttamente del funzionamento.

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