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Gerardo Traficante, che a sette anni aveva lasciato Campomaggiore (Potenza) per raggiungere il padre – emigrato in Argentina – ha
riportato nel cimitero del paese le bare dei suoi genitori e oggi torna negli Stati Uniti d’America, a Miami, in Florida, dove vive e svolge la sua attività imprenditoriale.

È una storia emersa ieri sera, a Campomaggiore, durante la presentazione del libro intitolato «Cento anni per un sogno americano».

Traficante, nel 1957, quando aveva sette anni, partì da Campomaggiore con la madre per raggiungere a Buenos Aires, capitale dell’Argentina, il padre, emigrato già da alcuni anni.

Nel Paese sudamericano, Traficante studiò in una scuola tecnica, apprendendo nozioni di meccanica che utilizzò – ha raccontato il
sindaco di Campomaggiore, Candio Tiberi – «per avviare una sua attività imprenditoriale nel settore dei componenti per automobili».

Negli anni successivi, però, quando alcune crisi economiche hanno lasciato pesanti conseguenze sulla società argentina, Traficante – che è sposato e padre di due figli – decise di lasciare il Sud America e di trasferirsi a Miami (Florida, Stati Uniti d’America), postando anche la sua impresa.

Ma un cruccio non lo aveva mai abbandonato: il fatto che le tombe dei genitori – morti intorno al 2000 – fossero rimaste in un cimitero di Buenos Aires, difficili da raggiungere per Traficante e comunque lontane dalla terra di origine.

Così, l’imprenditore ha avviato le pratiche necessarie e ha compiuto la traslazione delle due bare, trasportate insieme a Campomaggiore. Dopo la benedizione in chiesa, è avvenuta la sepolture nel cimitero del paese lucano.

Ieri sera, Traficante ha presentato il libro che racconta la storia della sua famiglia e dei suoi rapporti con il “sogno americano”: agli inizi del ‘900, i nonni materni dell’imprenditore avevano raggiunto New York, dove aveva cominciato a farsi strada. Ma alcuni anni dopo, il padre del nonno aveva scritto al figlio, chiedendogli di tornare a Campomaggiore per continuare la coltivazione dei suoi campi, attività per lui diventata impossibile per via dell’età: «Per obbedire al padre – spiega Tiberi – il nonno di Traficante tornò
in Italia, facendo una scelta che la moglie non aveva del tutto condiviso». (ANSA).

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