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ROMA – Negli anni 2008-2010, in media, ogni cittadino italiano ha versato alla propria Regione 914 euro di tributi propri, di cui 642 euro di Irap e 143 di Irpef. Tuttavia, con forti differenze regionali, sia nei valori assoluti (dai 1.287 euro del Lazio ai 500 della Calabria), che nelle aliquote (la base, diffusa al Nord, è al 3,9% ma Calabria, Molise, Campania e Lazio si attestavano al 4,97%). Una forbice ampia anche nella spesa sanitaria regionale pro capite, compresa, tra i 1.967 euro del Lazio e i 1.532 euro della Calabria. Sono solo alcuni dei dati contenuti nel “Rapporto sulle entrate tributarie della Regione Calabria”, pubblicato nei Quaderni Svimez, presentato oggi all’Università di Roma Tre.

Sul totale delle entrate correnti, nella media dei tre anni considerati, il Mezzogiorno appare maggiormente dipendente dai trasferimenti, con il 22,2% a fronte del 10% del Centro-Nord, mentre le entrate tributarie pesano rispettivamente per il 76,3% e l’87,7%. Ma ci sono grandi differenze regionali: sul bilancio della Puglia le entrate tributarie pesano per l’84%, mentre per il 14% quelle da trasferimento; in Campania i trasferimenti salgono al 37% e in Molise addirittura al 49%, mentre in Toscana, Umbria ed Emilia Romagna si fermano sul 10-11%. Discorso a parte per la Liguria, che vede quasi il 19% del suo bilancio provenire da trasferimenti. In questo senso la Calabria è una regione che dipende per trasferimenti solo per una piccola parte, il 9%, addirittura meno del Veneto (9,3%). (segue)

Per quanto concerne le imposte, sul totale dei tributi propri, è l’Irap a farla da padrona, pesando in media per quasi il 66% nel Sud contro il 69% del Centro-Nord; l’Irpef per il 16,8% contro il 15,8%. Tra le regioni, l’Irap pesa per il 75% nel Lazio, il 73% in Lombardia, il 70% in Veneto, il 69% nelle Marche e in Puglia, il 68% in Basilicata, il 66% in Campania, quasi il 62% in Calabria. L’Irpef pesa invece per il 20,8% in Calabria, 20,5% in Piemonte, il 18% in Campania, ma il 13% in Puglia e Basilicata.

Per quanto riguarda Irap e Irpef si conferma il divario regionale: al Sud si oscilla tra i 706 euro abruzzesi (di cui 460 di Irap e 124 di Irpef) e i 500 calabresi (310 di Irap e 104 di Irpef). Contribuenti più vessati nel Lazio (1.287 euro, di cui 969 di Irap e 187 di Irpef), Lombardia (1.189 euro, di cui 871 di Irap e 177 di Irpef), ed Emilia Romagna (1.035 euro, di cui 705 di Irap e 187 di Irpef).

In base ad elaborazioni Svimez la spesa sanitaria regionale pro capite si attesta su valori compresi tra i 1.967 euro del Lazio e i 1.532 euro della Calabria. Tra le regioni meridionali il Molise destina più risorse, 1.809 euro e 4 centesimi, circa 2 euro in meno dell’Emilia Romagna, seguite dalla Campania (1.767,2 euro), da Basilicata e Abruzzo (1.677 euro), dalla Puglia (1.575 euro). Nel Centro Nord dopo il Lazio è la Liguria a destinare più risorse, (1.932), seguita da Emilia Romagna (1.810 euro) e Piemonte (1.787 euro). In alcune regioni del Sud, come la Calabria, l’insieme delle entrate disponibili non assicura, si legge nel Rapporto, il finanziamento integrale del servizio, come stabilisce la Costituzione.

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