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POTENZA – Il parco eolico da oltre 35 megawatt previsto nella zona di Monte Serico di Genzano non si farà. Lo stop definitivo è arrivato dalla commissione paesaggistica della Regione Basilicata, la commissione tecnica interna al dipartimento ambiente. Ed è la pietra definitiva ad una serie di progetti controversi contro il quale erano arrivati pareri negativi anche da una sentenza del Tar dopo un ricorso della Soprintendenza ai Beni Culturali. L’area, in effetti definita come sito archeologico ambientale, non poteva essere occupata dalle pale eoliche. Ed è questo il ragionamento che è stato fatto all’interno della commissione. La zona archeologica dove sorge il castello di Genzano non può essere toccata proprio per il suo pregio paesaggistico. E non solo perché occupata dal castello Normanno-Svevo, peraltro fresco di restauro. Ed è una clamorosa inversione di tendenza rispetto alla scorsa legislatura. Il Tar aveva annullato, con una sentenza del novembre del 2013, il verbale della conferenza dei servizi del 5 settembre 2012 che in sostanza dava parere favorevole alla costruzione del mega impianto.

E stiamo parlando di un progetto dalla portata visiva enorme: quindici pale eoliche da 2,5 megawatt ciascuno, per un totale di 37,5 megawatt. A capo del progetto c’è una società con sede a Milano, la Castel del Vento, ma nella sentenza del Tar risulta invece la società “Ventisei srl” sempre con sede a Milano, in via Arco.

Genzano, come territorio, è letteralmente assediato dai progetti ma la commissione ha deciso di bloccare proprio quello che rischiava di sorgere in un’area di interesse archeologico. Ma perché tornare in commissione se effettivamente il Tar aveva già bloccato tutto? Perché in effetti il tribunale amministrativo non aveva stoppato il progetto, ma accettato il ricorso della Soprintendenza disponendo il rinvio alla Regione di una nuova Valutazione di Impatto Ambientale (Via). Dunque si trattava di far ripartire l’intero iter procedurale di valutazione del progetto ma ecco che la scure del nuovo governo regionale si è abbattuta sulla questione nonostante sia passato davvero poco dalla sentenza, pubblicata a dicembre del 2013.

In una delle prime riunioni della commissione per la tutela del paesaggio in effetti si è deciso di tutelare un bene architettonico come il castello e il relativo territorio collinare attorno da un progetto invasivo ed esteticamente impattante su una zona che potrebbe essere ad alta vocazione turistica. E qui i tecnici hanno compiuto il passo in avanti, nonostante in un altro caso, quello del parco eolico che doveva sorgere a due passi dai Sassi di Matera, lo stesso Marcello Pittella, allora vicepresidente della Regione, dopo aver polemizzato con i Comuni contrari ma non presenti in conferenza dei servizi aveva anche ribadito il fatto che quella decisione era stata presa «onde evitare contenziosi».

Due misure diverse quindi lungo però lo stesso filone almeno in termini procedurali. In effetti a rivalutazione del progetto da parte della commissione ambiente ha dettato nuovi parametri (magari forse si potrà ripartire anche da una revisione dello stesso Piear, il piano energetico ambientale regionale) per quanto riguarda la valutazione dei progetti presenti sul territorio. Una sorta di “memento” per il futuro. Forse da qui in poi ci si penserà due volte almeno sulla politica energetica legata alle energie rinnovabili (eolico, biomasse e fotovoltaico).

v.panettieri@luedi.it

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