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MATERA – Erano quasi arrivati al capolinea, in quella zona la mongolfiera sarebbe dovuta atterrare per la fine del viaggio, durato oltre un’ora. Forse per questa ragione il pallone aerostatico aveva iniziato una manovra di abbassamento della quota di volo.
E’ quanto emergerebbe dai primi riscontri tecnici, effettuati ieri nelle campagne di Montescaglioso, teatro della tragedia, costata la vita giovedì mattina ai due studenti dell’Istituto aeronautico “Olivetti”, Giuseppe Nicola Lasaponara, 18enne di Irsina e Davide Belgrano, 20enne di Matera. Intanto il pilota dell’aeromobile, il tedesco di 72 anni Hans Rolf Friedrich, è ancora ricoverato nel reparto di Chirurgia plastica dell’ospedale di Matera con ustioni al volto, alle braccia ed al torace.

LE INDAGINI

Da lui gli inquirenti raccoglieranno la testimonianza finale, quella che chiuderà il cerchio, verosimilmente fra qualche mese. Intanto, ieri mattina intorno alle 12, i due periti nominati dal pm Rosanna De Fraia, un tecnico dell’Agenzia nazionale sicurezza del volo e un ingegnere dell’Aeronautica specializzato in voli di mongolfiere, hanno effettuato un sopralluogo congiunto nella zona del disastro, raccogliendo elementi utili sull’aspetto civile e militare del volo, nonchè tecnici sulle condizioni dell’aeromobile, poi rimosso nelle prime ore del pomeriggio. A detta degli esperti, gli incidenti in mongolfiera sono particolarmente rari, e quando accadono, ancora più raramente provocano morti e feriti gravi. Un dato disarmante, che addolora ulteriormente per la sorte amara dei due studenti, verso cui anche la statistica sembra essersi accanita. In particolare, i periti dovranno accertare se il pallone della mongolfiera abbia riportato danni importanti nell’urto contro i cavi della media tensione, a circa 20 metri di altezza. Infatti, qualora l’involucro si fosse danneggiato nel primo urto, è verosimile pensare che la mongolfiera sarebbe caduta con particolare rapidità al suolo. Invece, è provato abbia percorso in volo almeno altri 300 metri; in più il manovratore non ha riportato lesioni importanti, quindi l’ipotesi più plausibile resta quella di un incendio a bordo, causato forse dal corto circuito dei cavi che si sono incrociati con l’urto. Quindi, il pallone non avrebbe riportato nell’immediatezza danni tali da farlo precipitare. Ma c’è anche la possibilità che i 30mila volt della media tensione dei cavi colpiti si siano scaricati sui due poveri ragazzi, tranciando due delle quattro corde del cestello, per farlo cedere su di un fianco, fino alla caduta dei passeggeri. Quest’ultimo particolare sarebbe stato riscontrato ieri dagli ispettori.

GLI INTERROGATIVI

Quindi, perchè i due ragazzi sono caduti? E, soprattutto, si sono buttati, o sono stati sbalzati fuori dal cestello che ondeggiava in seguito all’urto, che ha mandato l’aeromobile alla deriva. Poi c’è un’ultima domanda, quella più drammatica: i ragazzi sono morti per l’impatto al suolo, o erano già morti prima, magari per la scarica elettrica? All’inizio l’ipotesi più accreditata è sembrata quella della crisi di panico, che avrebbe portato entrambi a buttarsi giù. Ma oggi, a freddo, questa spiegazione non è più così scontata, come hanno testimoniato anche alcuni professori dell’Olivetti, secondo cui sarebbe addirittura inverosimile. Chi ha effettuato il triste riconoscimento delle salme, infatti, i professori Sigillino e Fiore, hanno evidenziato che il primo ragazzo caduto, ovvero Davide Belgrano, era apparentemente illeso, con un viso quasi sereno nella drammaticità dell’accaduto; Giuseppe Lasaponara, invece, ritrovato a circa 200 metri di distanza, aveva i capelli bruciati ed il volto sfigurato, tanto da essere quasi irriconoscibile. Quindi cosa è avvenuto esattamente in quel cestello? Perchè Lasaponara era ustionato mentre Belgrano no? Per rispondere anche questi ultimi quesiti, il magistrato ha disposto l’autopsia presso l’obitorio dell’ospedale di Matera. Una volta ricevuto il referto dell’esame autoptico e le relazioni dei due periti, che potranno documentare dinamica del volo, incidente e condizioni dell’aeromobile, ma potrebbero arrivare entro i sessanta giorni canonici, resta da formalizzare le testimonianze raccolte nell’immediatezza degli inquirenti. Il cerchio delle indagini sarà chiuso dall’esame del pilota, che resta al momento l’unico indagato per omicidio colposo plurimo. Il pm avrà, infatti, bisogno di acquisire preventivamente tutti gli altri elementi, per capire cosa chiedere all’indagato e poter interpretare con rigore la veridicità delle sue dichiarazioni, sulla base dei riscontri tecnici. Non si può escludere, al momento, un allargamento delle indagini, poichè i periti devono acquisire e vagliare anche tutte le autorizzazioni ed i piani di volo. Insomma, come è prassi in questi casi, la Procura scoprirà le sue carte con l’indagato solo dopo aver chiuso gli esami tecnici e testimoniali, ma nulla fa pensare che questo non possa avvenire anche nei prossimi giorni, per sommarie informazioni.

I FUNERALI
Nella tarda serata di ieri si sono concluse le autopsie, durate più del solito per la delicatezza degli accertamenti da compiere. I funerali si terranno domani alle ore 15 nella chiesa della Santa Famiglia a Matera per Davide, ad Irsina quelli di Giuseppe. Per tutta la giornata di oggi, si terrà la veglia funebre di entrambe le salme nella chiesa della Santa Famiglia.
a.corrado@luedi.it

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