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CATANZARO – Il prefetto Antonio Reppucci, nella mattinata di ieri, ha fatto visita alla sede della società “Federico Iuris Data” per manifestare la solidarietà e la vicinanza delle istituzioni alla famiglia Federico, leader da quasi un secolo nel settore delle autolinee e vittima negli ultimi mesi, di atti intimidatori molto gravi. Ad accogliere il prefetto, Rosario Federico, amministratore della società “ID” che, in poco meno di cinque anni e dando lavoro a più di trenta persone tra dipendenti e collaboratori, è diventata un punto di riferimento importante nell’ambito dell’assistenza al managment; la sede della neonata società, lo scorso febbraio, all’indomani dell’ennesimo, scellerato atto intimidatorio ad opera della criminalità organizzata, intentato ai danni delle autolinee, e proprio mentre l’amministratore unico si trovava a colloquio con Reppucci in Prefettura, è stata teatro di un evidente tentativo di effrazione da parte di ignoti, finalizzato, presumibilmente, ad un ulteriore tentativo di intimidazione, questa volta però volutamente indirizzato a Rosario Federico in persona. 

Ieri, il gesto importante di Reppucci, segno tangibile della vicinanza dello Stato ad un’azienda che, negli anni oscuri della grande depressione, venne messa in piedi con coraggio e con lungimiranza dal patriarca Pietro Federico; dal 1929, anno della sua fondazione, è stata gestita dai suoi quattro suoi eredi con caparbia determinazione. 

Una società, la Federico Spa, guidata da sempre dal suo amministratore unico, Aldo Federico ma che ha sempre visto coinvolti in prima persona i membri di una famiglia coesa, onesta e mai disposta ad abbassare la testa di fronte ad intimidazioni sempre piuttosto esplicite e svilenti. Una famiglia che, da sempre, garantisce lavoro ad un numero considerevole di dipendenti e che in questi ultimi dodici mesi è stata al centro delle cronache a causa di atti dolosi compiuti ai suoi danni. Nove autobus dati alle fiamme, dal giugno dello scorso anno ad oggi tra Caulonia, Santa Caterina dello Jonio e Satriano; poco meno di undici mesi per ridurre in cenere un patrimonio di diverse centinaia di migliaia di euro messo in piedi a costo di grandi sacrifici da parte di un gran numero di persone. Numeri, accadimenti delittuosi che fanno male a chi li subisce, lasciano il segno nella società civile, fanno rumore. Accadimenti ai quali, pur avendoci sempre convissuto, si stenta ad abituarsi e per arginare i quali ci si aspetta una presa di posizione forte e determinata da parte delle istituzioni. Come quella messa in atto dal prefetto, il quale «Con la sua visita alla “Federico Iuris Data ” – ha esordito Rosario Federico nell’accoglierlo-ha fatto un grande regalo a tutti noi perché il suo gesto, prescinde dalla condizione abituale qui in Calabria. Spesso ho avuto modo di esprimere un concetto amaro, ma purtroppo calzante: in Calabria, oltre che alla criminalità organizzata, ci si deve preoccupare anche dello Stato, perché a volte latita, abbozza o, peggio, non c’è, si gira dall’altra parte. Oggi, lo Stato è qui, presente, accanto a noi, per sostenerci ed incentivare la nostra volontà di perseguire gli obiettivi prefissati, nonostante gli impedimenti oggettivi che dobbiamo fronteggiare quotidianamente». Federico si è detto convinto che le istituzioni debbano trasmettere umanità, vicinanza e sostegno a tutti, ma, a maggior ragione, a quanti dimostrano di possedere doti rare se concentrate in un’unica personalità, quali l’onestà, la competenza, la professionalità, la voglia di mettere in piedi un’attività che garantisca un futuro lavorativo certo in una regione dove l’incertezza sembra essere una preoccupante costante. 
«Sono qui – ha commentato Reppucci – perché penso sia giusto e doveroso far sentire ad aziende floride come Federico, che ha fatto la storia di questo territorio, la vicinanza dello Stato. Scappare dalla Calabria non serve a nulla, questa è una guerra a tutti gli effetti, che durerà a lungo, perché condizionata da aspetti culturali e societari non di poco conto. Da questa guerra però, sono convinto usciremo vincitori, ad una condizione imprescindibile però: è necessario fare rete, lavorare insieme, senza individualismi ed avendo fiducia nelle istituzioni. Bisogna che gli imprenditori sentano la vicinanza delle istituzioni perché insieme si può solo vincere, perché questa terra merita un futuro, merita che i suoi figli migliori restino qui per migliorarne le condizioni sociali e per estrinsecarne le tante potenzialità ancora inespresse». Al termine dell’incontro, molto confidenziale, Rosario Federico, rinnovando l’invito, accolto con entusiasmo dal prefetto, di accompagnarlo a visitare presto lo stabilimento di Reggio Calabria della Federico Spa, ha fatto dono a Reppucci di una targa per ringraziarlo della vicinanza e dell’interessamento dimostrati dall’alto funzionario dello Stato alla famiglia Federico, impegnata ormai da troppo tempo a fronteggiare l’attacco della criminalità organizzata.
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