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REGGIO CALABRIA – I giudici della Corte d’appello di Reggio Calabria hanno condannato il boss dell’omonima cosca Teodoro Crea ad otto anni di reclusione ed i figli Giampiero e Domenico a sette anni ciascuno per estorsione. I tre – per i quali una prima condanna in appello era stata annullata con rinvio dalla Cassazione – erano accusati di un’estorsione ai danni dell’ex esponente dell’Udc Pasquale Inzitari, socio della Devin, la società che ha realizzato il grande centro commerciale denominato “Porto degli Ulivi” a Rizziconi.

Secondo l’accusa, i Crea, proprietari dei terreni su cui sorge la struttura, avrebbero fatto pagare a prezzi maggiorati il terreno per mascherare la tangente, imponendo alla società anche la corresponsione di una somma di denaro per la mancata campagna per le olive non raccolte. Inzitari, nel 2008, è stato arrestato e successivamente condannato in via definitiva a 3 anni e 4 mesi di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa perché ritenuto dalla Dda reggina imprenditore di riferimento delle cosche della ‘ndrangheta della piana di Gioia Tauro. 

Il figlio di Inzitari, Francesco Maria, è stato ucciso a colpi di pistola il 6 dicembre 2009 all’età di 18 anni davanti ad una pizzeria di Taurianova, in quello che per gli investigatori potrebbe essere stato un delitto per vendetta nei confronti del padre. Il cognato di Inzitari, Antonino Princi, ritenuto esponente della cosca Mammoliti-Rugolo, era morto nel maggio 2008 in seguito alle ferite riportate nell’esplosione di una bomba sotto la sua auto avvenuta il mese precedente.

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