X
<
>

Condividi:
4 minuti per la lettura

REGGIO CALABRIA – Ci sono anche nomi eccellenti tra gli arestati nell’ambito di un blitz contro le estorsioni ad alto livello e l’infiltrazione della ‘ndrangheta nell’aggiudicazione di appalti, anche per la messa in sicurezza di una scuola e la costruzione di una diga. Per associazione mafiosa internazionale sono finiti in manette alcuni esponenti di due delle ‘ndrine calabresi più pericolose, Commisso di Siderno e Aquino di Marina di Gioiosa Ionica. 

GUARDA I VOLTI DELLE PERSONE COINVOLTE

COINVOLTI POLITICI E IMPRENDITORI – Gli uomini dello Sco e della squadra mobile di Reggio Calabria, guidati da Andrea Grassi e Gennaro Semeraro, hanno rilevato importanti infiltrazioni della ‘ndrangheta nell’economia legale della fascia ionica reggina. Arresti disposti anche per Antonio Macrì, ex presidente del Consiglio comunale di Siderno e per l’imprenditore edile Carlo Archinà, legato da vincoli di parentela alla famiglia Commisso. Coinvolti nell’operazione anche soggetti legati al clan Macrì di Siderno. In totale sono 29 le ordinanze di custodia cautelare emesse nei confronti di presunti boss e gregari. 

LEGGI L’ELENCO COMPLETO DELLE PERSONE COINVOLTE

IL VIA LIBERA PER LE REGIONALI – Secondo quanto risulta nelle intercettazioni captate dalle forze dell’ordine, Giuseppe Commisso, il titolare della lavanderia Ape Green a Siderno conosciuto come “mastru” e considerato esponente di spicco della cosca omonima, aveva tato l’assenso ad Antonio Macrì per la candidatura alle regionali del 2010. Il politico, finito in manette questa mattina, aveva chiesto l’assenso e una mano di aiuto “cittu, cittu”, ovvero di nascosto, al boss per affrontare la campagna elettorale. “Ti puoi candidare, sì, ti puoi presentare”, rispose Commisso. 

Commisso lo tranquillizzava ”non ti preoccupare che quello che possiamo fare lo facciamo” e Macrì spiegava che si sarebbe accontentato anche di non essere eletto ma gli interessava una buona affermazione “altrimenti non mi conoscerà mai nessuno a livello nazionale, capisci?”.

Invece la candidatura non si concretizzò. Al posto di Macrì venne inserito in lista Cosimo Cherubino, eletto per il Pdl, poi coinvolto nell’operazione “La falsa politica” nel maggio 2012. 

LEGGI I RETROSCENA DELL’OPERAZIONE “FALSA POLITICA”

LA TANGENTE DEL 3% – Dalle indagini è emerso anche che le ditte che si aggiudicavano appalti nella fascia ionica reggina tra Siderno e Marina di Gioiosa Ionica erano costrette a pagare una tangente del 3% sul valore dei lavori alla ‘ndrangheta. La tangente calava un pò di valore se le imprese che si aggiudicavano i lavori erano considerate «amiche» dagli uomini della ‘ndrangheta. L’operazione ha colpito anche alcune cosche minori collegate alle due principali e operanti ad Antonimina e Natile di Careri. Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa ed estorsione.

LE INDAGINI CONTRO LE INFILTRAZIONI – L’operazione, le cui indagini sono state condotte dal Servizio Centrale Operativo, dalla Squadra Mobile di Reggio Calabria e dal Commissariato di Siderno, si inserisce nel più ampio dispositivo d’intervento, denominato “Focus’ndrangheta”, teso a contrastare le proiezioni nazionali ed internazionali delle organizzazioni criminali calabresi ed è il proseguimento di un’altra operazione contro la ‘Ndrangheta che nel 2010 portò in carcere 300 persone tra Calabria e Lombardia. 

L’indagine ha confermato la leadership di una delle più importanti organizzazioni del versante ionico-reggino, la cosca Commisso, capace di proiettare le sue attività criminali anche all’estero, specie in Canada, e ritenuta dedita al condizionamento degli appalti pubblici, con particolare riferimento al settore delle infrastrutture per i lavori di ammodernamento di arterie stradali, acquedotti, edifici scolastici dell’area, nonché alla gestione dei rifiuti solidi urbani e di natura pericolosa nel comprensorio di Siderno e della ionica. 

LE DICHIARAZIONI DI 5 PENTITI – Cinque collaboratori di giustizia hanno confermato la pista seguita dagli investigatori della Polizia di stato. Si tratta di Giuseppe Costa, soggetto di vertice dell’omonima cosca; Antonio Cossidente, uno dei capi dei Basilischi che opera a Potenza e ha reso dichiarazioni sulla famiglia Ursino; Domenico Oppedisano, legato da vincoli parentali con la famiglia Cordì di Locri; Rocco Varacalli, sentito e valutato dal gip di Torino nell’indagine Minotauro; Rocco Marando, esponente di primo piano dell’omonima ‘ndrina e del locale di Volpiano in Piemonte. 

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE