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POTENZA – «Noi volevamo solo lavorare in pace».

E’ questo il commento di alcuni lavoratori Facility alla luce dell’inchiesta giudiziaria sull’appalto dell’impresa di pulizia che si occupa del servizio per gli immobili comunali del Comune di Potenza.

Un’inchiesta di cui già si parlava, almeno nei corridoi, insieme a una serie di denunce dei lavoratori su clientelismo, demansionamenti, inserimento di nuovi servizi e la scomparsa di altri con l’arrivo di Facility in sostituzione di Ariete, in quanto subentrata in subappalto al Gruppo Romeo che aveva vinto una gara Consip.

Un passaggio che per i lavoratori ha il significato di «affidamento diretto, senza una vera e propria gara d’appalto nonostante – dicono – il nostro datore di lavoro dica il contrario».

E che avrebbe comportato non soltanto un aumento del costo del servizio da 1 milioni e 400 mila euro a 2 milioni e 900 mila, ma anche il mancato rispetto dei contratti di invalidità e inquadramenti vari.

Chi era sorvegliante nel vecchio contratto, continuava a lavorare come sorvegliante nonostante la voce dal capitolato di spesa fosse sparita. In più c’era il giardinaggio che veniva svolto di rado e la piccola manutenzione, la quale pesava sul capitolato di spesa in maniera esorbitante.

Ciò nonostante, ad agosto dello scorso anno, il contratto viene esteso anche ad altre strutture, gli impianti sportivi di via Tirreno, Busciolano e via Lacava, per ulteriori 300 mila euro. Strutture sotto utilizzate, dicono.

Senza contare quelle incluse nel pacchetto ma chiuse da anni, come l’ufficio degli architetto di via Livorno, chiuso da 5 anni. Tutti, poi, hanno avuto il contratto da metalmeccanici.

Non solo non svolgendo quel tipo di attività ma andando spesso a svolgere il proprio incarico di addetti alle pulizie in strutture esterne al contratto di servizio, dall’Università alla caserma dei carabinieri, addirittura – dicono – al Crob di Rionero.

Troppe le cose che non tornavano e non tornano per i lavoratori. Che a loro parere prendono le mosse proprio dal momento in cui è avvenuto il passaggio formale a Facility, nel mese di maggio dello scorso anno, durante il ballottaggio tra i due candidati sindaco.

«Senza controllo, senza la supervisione di nessuno». Non una coincidenza, ribadiscono. Oggi, che a perdere il posto di lavoro sono 37 unità mentre le altre hanno avuto una decurtazione del 40 per cento delle ore, i lavoratori si dichiarano fiduciosi rispetto alla magistratura, sicuri che farà il proprio corso ma un dubbio li assale: quando la tempesta sarà passata, a loro, cosa resterà? 

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