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VIBO VALENTIA – Fermato nella tarda serata di eri, a Nicotera in provincia di Vibo, il boss Pantaleone Mancuso, 52 anni, pluripregiudicato, ritenuto esponente della famiglia mafiosa di Limbadi. L’operazione è stata condotta dai militari del Nucleo Investigativo di Vibo Valentia, in collaborazione con quelli della Compagnia di Tropea e dello «Squadrone Eliportato Cacciatori» che hanno rintracciato il boss, sorvegliato speciale, gravemente indiziato dei delitti di omicidio e tentato omicidio aggravati dalle modalità mafiose e lo hanno sottoposto a provvedimento di fermo emesso dalla Procura della Repubblica – Ddda. di Catanzaro. Le indagini hanno consentito di documentare il ruolo di Mancuso nella faida di ‘ndrangheta che ha visto contrapposte le fazioni «Patania» e «Petrolo-Bartolotta» di Stefanaconi e la «Società di Piscopio» dell’omonima frazione di Vibo Valentia, con particolare riferimento all’appoggio fornito ai «Patania» per compiere il tentato omicidio del febbraio 2012 ed il successivo omicidio nel marzo dello stesso anno, del pregiudicato vibonese Francesco Scrugli. I dettagli dell’operazione saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa che avrà luogo in mattinata presso il Comando Provinciale dei Carabinieri di Vibo Valentia. 

«Il fermo di Pantaleone Mancuso dimostra che nessuno è invincibile e che il lavoro investigativo, quello serio, produce sempre risultati». Lo hanno detto il Procuratore della Repubblica di Catanzaro, Vincenzo Antonio Lombardo, ed il procuratore aggiunto, Giuseppe Borrelli, illustrando ai giornalisti i risultati dell’attività d’indagine che ha portato all’esecuzione del fermo nei confronti di Pantaleone Mancuso. Un altro provvedimento di fermo emesso dalla Dda di Catanzaro nell’ambito della stessa inchiesta in relazione all’omicidio di Francesco Scrugli, accaduto nel contesto della faida tra i Patania e i Petrolo-Bartolotta, da una parte, e le cosche di  Piscopio dall’altra, non è stato eseguito perchè il destinatario, Nunzio Manuel Callà, di 26 anni, risulta da tempo irreperibile. L’accusa nei confronti di Pantaleone Mancuso è di avere fornito sostegno ai Patania per l’omicidio di Francesco Scrugli e si basa sulle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Daniele Bono, Giuseppe Giampà e Loredana Patania, figlia di Fortunato, ucciso il 18 settembre del 2011 nell’ambito della stessa faida. Utili si sono rivelate anche le dichiarazioni fatte agli inquirenti dagli esecutori materiali dello stesso omicidio di Francesco Scrugli e di Giuseppe Matina e Davide Fortuna, gli slavi Vasvi Beluli e Arben Ibrahimi, che sarebbero stati al soldo dei Patania.

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