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CATANZARO – La Procura della Repubblica di Catanzaro ha chiesto il rinvio a giudizio di 13 calciatori e 2 ex dirigenti della società Fc Catanzaro, fallita negli anni scorsi, per il reato di concorso in bancarotta fraudolenta. L’inchiesta, condotta dal sostituto procuratore Domenico Guarascio, riguarda i contratti sottoscritti dai calciatori nella stagione 2009-2010 quando, secondo l’accusa, l’Fc Catanzaro era già in una situazione tale da fare presagire il suo fallimento. Nei confronti dei 15 indagati la Procura aveva concluso le indagini nel settembre scorso. I calciatori indagati nell’inchiesta per i quali è stato chiesto il rinvio a giudizio sono Francesco Corapi, Ivano Ciano, Alessandro Bruno, Ciro De Franco, Giuseppe Benincasa, Antonio Montella, Manolo Mosciaro, Roberto Mancinelli, Alessandro Vono, Davide Lodi, Roberto Di Maio, Stefano Di Cuonzo e Giovan Giuseppe Di Meglio. Gli ex amministratori sono Antonio Aiello e Filippo Catalano. 

Ai calciatori la Procura contesta di aver cagionato con dolo e per effetto di operazioni dolose il fallimento della società. In particolare, con la stipula dei contratti, avrebbero determinato, secondo l’accusa, un dissesto irreversibile riversando sulla società, che era già in evidente crisi finanziaria, ulteriori debiti, tra stipendi, tasse ed oneri, per 800 mila euro. L’inchiesta della Procura di Catanzaro aveva avuto inizio nel settembre del 2012 ed aveva portato all’iscrizione nel registro degli indagati dei 13 calciatori che inizialmente erano accusati di tentata truffa e formazione di credito simulato. 
Nel corso delle indagini, il pm Guarascio ha disposto anche il sequestro dei contratti dei calciatori presso la sede della Lega Pro, a Firenze. All’inizio dell’inchiesta la Procura aveva ipotizzato che, nella stagione calcistica 2009-2010, i calciatori avessero presentato una domanda di ammissione al passivo per crediti da lavoro fondata su “contratti integrativi fraudolentemente stipulati e simulati”. A conclusione delle indagini la Procura ha deciso di cambiare l’ipotesi di reato, contestando agli indagati la bancarotta fraudolenta.
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